di Birgit Schönau
Pubblicato in Germania il 26 settembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero
Fotografo di fiducia, infermiere private, feste di dubbia moralità: i politici regionali del PDL fanno notizia. Ma questo è solo una parte del problema.
I soldi dei contribuenti usati per dissoluti festini
Un segno dei tempi? A Roma il consiglio regionale del Lazio caduto in disgrazia, si è recentemente dimesso, il Pdl, partito di Berlusconi, era la principale componente del consiglio. Un'enorme ondata di scandali ha spazzato via la coalizione di destra che, per due anni, ha sperperato in modo talmente disinvolto i soldi dei contribuenti, che alla fine persino il fondatore del partito ha dovuto condannare la vicenda e appena sceso dal treno ha dichiarato di voler chiedere una riforma del finanziamento dei partiti. Mentre i politici locali hanno fatto la bella vita, ospedali e scuole della regione Lazio, che conta cinque milioni di abitanti, vanno in rovina. Roba da manuale del berlusconismo: l'interesse personale prevale sul bene comune. Fermo restando che lo stesso Maestro almeno pagava di tasca propria le sue famigerate feste – per i banchetti di dubbio gusto che la “fanteria” di Berlusconi ha organizzato in provincia, con tanto di farsa in costume stile Nerone e Caligola, o persino per una festa in maschera travestiti da maiali, però, ha dovuto pagare il contribuente. Perché il denaro non bastava mai, nonostante lo stipendio dei consiglieri si aggiri intorno ai 200.000 euro annui.
Un fotografo di fiducia e infermiere privateAnche se il consiglio regionale si riuniva solo occasionalmente, gli aumenti delle retribuzioni per i 71 deputati arrivavano con regolarità. Recentemente i consiglieri si sono approvati un finanziamento annuo di 14.000.000 €. Il capogruppo consiliare Pdl avrebbe intascato 1,3 milioni. Chi non è riuscito a salire sul carro, ha falsificato alcune fatture e le ha addebitate al partito, che ha accolto ogni tipo di spesa richiesta, a partire da pernottamenti in alberghi fino a cene di lusso a base di ostriche e champagne.
lla fine un gruppo consiliare che non era nemmeno in grado di organizzare un corretto smaltimento dei rifiuti nella regione, è costato ai cittadini 140 milioni di euro l'anno, il doppio del consiglio regionale della Lombardia, la più grande regione d’Italia. Solo il fotografo di fiducia della presidente regionale, ora dimessa, è costato 75.000 euro l’anno, così come pure due infermiere nella clinica universitaria romana.
Lo scandalo del Lazio ha portato alla luce il grande vuoto ideologico e personale del centro-destra, il cui unico e solo obiettivo era quello di curare i propri interessi. Per anni è andata avanti così, senza che dall’opinione pubblica, per così dire all’ombra di Berlusconi, si levasse un grido d’indignazione. Proprio perché era l'ex premier, fonte principale di una serie continua di scandali, il suo entourage ha potuto operare quasi inosservato e in gran parte indisturbato.
E ovviamente non solo nel Lazio. In Lombardia il presidente regionale, uomo di fiducia di Berlusconi, è in odore di corruzione, anche il governatore del Pdl in Campania è indagato dalla procura, sospettato di appropriazione indebita. Anche in Sardegna e nel Veneto il gruppo consiliare di destra è accusato di sperpero, così come in Piemonte. Ma anche a Palermo, dove i partiti di centro sinistra appoggiano il governo regionale, la Procura della Repubblica martedì ha aperto un procedimento per appropriazione indebita di fondi pubblici. In Sicilia, regione fallita a causa della precedente amministrazione regionale, a fine di ottobre si svolgeranno le elezioni anticipate.
Il partito di Berlusconi sembra agli sgoccioli non solo nel Lazio. I sondaggi sono chiari - il PDL alle prossime elezioni può a malapena sperare in un 20% di consensi. Tranne forse se le due fazioni componenti del partito si separassero nuovamente: quella di Berlusconi, Forza Italia, e la post-fascista di Alleanza Nazionale.
Monti non ha intenzione di candidarsi
La Sicilia sarà il primo banco di prova. Entro aprile, anche il Parlamento italiano andrà alle elezioni. Berlusconi è ancora incerto se candidarsi di nuovo. Più di recente, anche Mario Monti è stato messo in gioco. Secondo il partito di centro UDC, il presidente del consiglio, non legato ad alcun partito politico, dovrebbe guidare un governo di coalizione e anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano preferirebbe questa soluzione: Monti succede a Monti, visto che in politica non vi è altra alternativa al professore. Né a destra né a sinistra, dove il PD, il principale partito, come al solito ha più noie al suo interno che nel superamento della crisi economica del paese.
Tuttavia Monti ha dichiarato recentemente che non intende candidarsi. "Sono senatore a vita, quindi non mi candido", ha detto al canale americano CNN. La politica deve ritornare a governare, "si spera con maggiore responsabilità e maturità." Forse Mario Monti, sorveglierà da una posizione superiore - come presidente della Repubblica, poiché anche Giorgio Napolitano, che gode di stima e fama in tutto il mondo, concluderà il suo mandato la prossima primavera.
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