19 aprile, 2013

Negozi aperti la domenica, quale convenienza?

Italien: Große leisten sich offene Sonntage

Di Elisabeth Parteli
Pubblicato in Austria il 9 aprile 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli

Il governo Monti ha dato carta bianca per gli orari di apertura dei negozi, ma i piccoli esercizi commerciali sono nella bufera.



A Bolzano i negozi sotto ai portici esistono da sempre, fin dal Medioevo e sono da sempre aperti solo nei giorni feriali, perchè di domenica, la gente preferisce le passeggiate in montagna allo shopping.

Negozi aperti a Pasquetta

Nel corso del tempo l’aspetto di questi portici del centro storico è però fortemente cambiato. I negozietti privati hanno ceduto il posto ai negozi in franchising, a causa degli elevati affitti. "Solo chi ha un negozio di proprietà può permettersi di tenerlo aperto sotto i portici ", dice Maria Stadler, che vende lana e pizzi e ultimamente anche accessori d’arredamento. Ci sono anche commercianti che si sono trasferiti nei vicoli laterali dando in affitto alla grande concorrenza il proprio negozio con la migliore posizione. Conviene di più.
Sono soprattutto questi, i nuovi negozianti dei portici, più di 20 esercizi commerciali che sono rimasti aperti anche il lunedì di Pasqua. Ma, all’ora di pranzo e nel primo pomeriggio, sono pochi i clienti che si aggirano per i negozi. "Soltanto quelli più grandi sono in grado di sostenere gli oneri di questi nuovi orari di apertura" dice la Stadler il giorno seguente, nell’intervista al quotidiano derstandard.at.
A Pasquetta sono solo i bar in piazza Walther ad essere al completo. Chi è rimasto in città, viene qui per il caffè o l’aperitivo e si gode i primi raggi di sole primaverili.

Nessun incremento di incassi

Con i nuovi orari di apertura gli incassi si sono soltanto dilazionati, dice Hedwig Pfitscher della panetteria Franziskaner. Forse la gente non ha più soldi da spendere. A parte ciò il suo negozio non sarebbe in grado di sostenere alla lunga i nuovi orari. In un panificio, non solo ci si alza all’alba per essere la mattina presto dietro al banco, nella notte tra il sabato e la domenica, ovviamente tutti i panettieri dovrebbero essere pagati in straordinario notturno e festivo.
Anche l’orologiaio Dieter Nones lo conferma: gli incassi non aumentano durante il fine settimana. Lo ha sperimentato nel periodo prenatalizio. Da circa 15 anni, quasi tutti i negozi del centro di Bolzano sono aperti ogni domenica di Avvento. Forse in inverno, ci sono un paio clienti in più, dice anche Evelyn Prader, che ha un negozio di bicchieri in una strada laterale nel centro. In estate, però la gente del posto e i turisti preferiscono andare a camminare in montagna o al lago. E in caso di maltempo durante le vacanze è sempre prevista una visita a Ötzi.



Altri incassi nella grande distribuzione

Lei in ogni caso non ha intenzione di tenere aperto nei fine settimana, un paio di domeniche di Avvento sono sufficienti. A questo proposito ha sentito dire da qualche cliente: "Voi commercianti non siete mai contenti. Ora volete sfruttare anche la domenica per fare cassa." Lei no, dice, o per lo meno non ne ha alcuna intenzione e su questo sono tutti d’accordo.
Pfitscher è convinto che la liberalizzazione che consente l’apertura domenicale non durerà a lungo, dati gli elevati costi [di gestione]. Tuttavia, osserva che le grandi distribuzioni hanno altri tipi di incassi: se a Milano o Roma vale la pena tenere aperto, probabilmente questo a Bolzano costerebbe l’incasso di un mese.

Le piccole realtà commerciali sono importanti per la città

Con la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, il governo Monti intendeva dare un impulso alla traballante economia italiana. Questo intervento ha riguardato principalmente la grande distribuzione. Centri commerciali, supermercati e negozi immediatamente dopo l'entrata in vigore della riforma all'inizio dello scorso anno, hanno annunciato l’apertura tutti i giorni festivi fino alle ore 23.00.Questo dovrebbe attirare più clienti e, secondo l'associazione italiana centri commerciali, creare 300.000 posti di lavoro.
La regione Lazio ha fatto ben altri conti. Pertanto, la liberalizzazione mette a repentaglio fino a 100.000 negozi e 300.000 posti di lavoro. Anche Enrico Rossi, governatore della regione Toscana ha parlato di "un duro colpo per le piccole imprese", o anche di un «dono per il commercio all'ingrosso”, visto che sono i piccoli commercianti ad essere stati particolarmente colpiti dal calo nel consumo.

Dittatura della grande distribuzione

Anche il negozio della Stadler non potrebbe permettersi questo prolungamento degli orari di apertura. Se i piccoli negozi, seguendo la tendenza, a lungo termine saranno in grado di reggere a più ore di apertura, non non è in grado di stabilirlo perché "le grandi catene dettano legge." Circa 15 anni fa, uno [di loro] ha cominciato così, tenendo aperto all’ora di pranzo. Nel frattempo solo pochi negozi fanno l’orario prolungato. Non vale la pena restare aperti durante le ore di pranzo, dice, la maggior parte dei suoi clienti sono casalinghe. Questo naturalmente dipende anche dalla merce.
Anche Nones non tiene aperto in pausa pranzo. Non si vende un Rolex a chi è di passaggio, dice l’orologiaio che vende anche gioielli. La chiusura per pranzo però non dura più come una volta. Se tenesse aperto anche la domenica non avrebbe più tempo per la famiglia visto che gestisce di persona il suo negozio



Sindacati e Chiesa hanno protestato

"La nostra società non dipende dal consumismo e dal turismo, ma da famiglie reali, che devono avere il tempo da dedicare a se stesse," hanno sottolineato anche gli iniziatori di una campagna di protesta organizzata dai sindacati e dalla Chiesa.
"Il consumismo non può essere l'unico modello di convivenza sociale. Pertanto la domenica deve essere difesa nel suo valore", così ha dichiarato il leader della più grande sindacato, la CGIL, Susanna Camusso, l'anno scorso. Le parrocchie della diocesi di Padova hanno annunciato anche una "lista bianca" delle imprese che rispettano la domenica libera.
Al momento, regna comunque una grande confusione, dice Pfitscher. Nessuno sa chi resta aperto, quando aprire, fino a che ora e per quanto tempo. Ogni negozio si regolerà autonomamente.

Nota

Il governo italiano ha liberalizzato gli orari di apertura dei negozi dal 1° gennaio 2012. Fino ad allora, la completa apertura era limitata alla domenica, i giorni festivi e di notte in alcune località turistiche e centri d'arte. In Alto Adige, il decreto è in vigore solo da fine di marzo. La Corte Costituzionale con sentenza n. 38/2013 ha ribaltato l'ordinanza regionale per il commercio, che prevedeva dei vincoli.





18 aprile, 2013

Cervelli in fuga

Gehirne auf der Flucht

di Elisa Britzelmeier
Pubblicato in Germania il 2 aprile 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli per Il Fatto Quotidiano

„Semplicemente non sapevo come andare avanti“: provati dalle conseguenze della crisi economica, sempre più giovani italiani come Giovanni Pagliuca vengono a vivere a Monaco di Baviera. La maggior parte sono laureati, ma non riescono a ad integrarsi.
Giovanni sa che se al bar vuole un caffè italiano, a Monaco deve chiedere un espresso. Ma quando il barista gli chiede se paga subito, sconsolato solleva le spalle – le sue conoscenze del tedesco non sono ancora sufficienti. Pagliuca, ingegnere edile originario di Frosinone, a circa 90 chilometri da Roma, si è trasferito un anno fa in Germania. “Semplicemente non sapevo come tirare avanti” dice.
Ma non è l’unico: dei 22’988 italiani che risiedono a Monaco, sono più di 1000 quelli che nel 2012 sono giunti nella città sull’Isar, la maggior parte dei quali hanno tra i 21 e i 36 anni. Per pochissimi il trasferimento in Germania è la realizzazione di un sogno. Le statistiche della disoccupazione giovanile in Italia parlano di oltre il 30 per cento.


Nel paese, che già prima delle elezioni politiche di febbraio era politicamente instabile, la situazione non è cambiata affatto. Molti giovani italiani hanno paura del futuro. Se restano nel proprio paese, spesso devono accettare un lavoro senza regolare contratto e vivono nella paura di essere licenziati da un momento all’altro. Invece la Germania promette sicurezza e tutela del lavoro.
Di lavori a Monaco ce n’è a sufficienza, ma quello che manca è la sensibilità verso gli immigrati. Molti tedeschi semplicemente non erano a conoscenza di cosa vuol dire vivere in un paese scosso dalla crisi, dicono i giovani italiani. Allo stesso tempo vogliono solo essere accettati per quello che sono, profughi della situazione economica.
L’ingengniere Pagliuca ha lavorato per lo stesso datore di lavoro per molti anni, ma appena la situazione è peggiorata, prima di essere licenziato negli ultimi sei mesi di lavoro non ha percepito lo stipendio . “Una volta che trovi un posto non lo molli certo così su due piedi” dice oggi “non in periodo di crisi”.
Il suo stipendio, quando ancora lo percepiva, era di 900 euro al mese e viveva a casa dei genitori. “Se a trent’anni non sono ancora in grado di andare a vivere da solo, quando potrò avere dei bambini?” dice Pagliuca. A Monaco si mantiene con i suoi risparmi, sta cercando un lavoro e nel frattempo studia il tedesco, grazie all’aiuto dell’ufficio di collocamento. “Non ho mai dato nulla alla Germania, non pago nemmeno le tasse qui, eppure lo stato tedesco mi sta aiutando” dice. “E’ una cosa che mi sorprende molto, in Italia la situazione sarebbe ben diversa”.

La Germania appare a molti universitari italiani il paese della cuccagna economica. Qui arrivano soprattutto laureandi e dottorandi di cui la maggior parte non ha l’intenzione di rientrare in patria. E’ nata così nella lingua italiana l’espressione “Cervelli in fuga”. Fuggono da posti di ricercatori universitari malpagati, dove come sempre quello che conta sono le conoscenze e non le proprie competenze.
“La Germania qui offre decisamente molto di più” dice lo studente Enrico Ercolani, di 29 anni. Nel mese di aprile si trasferirà da Roma a Monaco, dove terminerà la sua tesi di dottorato, e se possibile si stabilirà qui. Non c’è sviluppo nel nostro paese” dice “il sistema politico privilegia sempre le persone di una certa età”.
Giovanni Pagliuca ha scelto Monaco, perchè cercava una città grande, con ampi spazi verdi e poca criminalità. La città lo ha accolto con il suo alto livello qualitativo e infrastrutture funzionanti, ma della tanto decantata “metropoli col cuore”, finora ha ricevuto ben poco. All’inizio gironzolava per la città da solo, poi ha conosciuto un paio di altri italiani. “So che in parte è anche colpa mia, perchè non parlo ancora bene il tedesco” dice. “Ma nessuno si rivolge a me in inglese”.

Anche Roberta Ragonese, 27 anni, che parla correntemente tedesco, dice: “Certo, inizialmente la lingua è un problema. Ma non è tutto. C’è anche la mentalità dei tedeschi”. L’ex docente della Ragonese, aveva inviato l’architetta a Monaco per svolgere del praticantato. E’ rimasta qui. Le sue colleghe di lavoro sono gentili, racconta, “ma non mi invitano mai ad uscire con loro”.
Angela Cancelliere ha 35 anni e vive già da tre anni a Monaco, ma in verità non ha stretto alcuna amicizia tedesca. “Alla fine ti tocca automaticamente uscire con connazionali o altri stranieri, se non vuoi restare da solo”. Spesso i migranti non si sentono compresi, spesso anche trattati dall’alto in basso. “Quando dico che sono siciliana, la prima cosa che sento dire è: ah, la mafia!” dice la Cancelliere. “D’altronde sono come i bambini, che non conoscono ancora bene il significato delle parole. La mafia fa parte della solita triade con il sole e la pizza. Molti tedeschi non sanno che la mafia a casa mia è una realtà che affligge la gente del posto”.
La stessa cosa vale per l’argomento Silvio Berlusconi. Molti giovani italiani hanno la sensazione di dover rispondere all’estero dell’effetto “Cavaliere”. Molti di loro hanno manifestato abbastanza spesso contro di lui in patria. Esigono per se stessi lo stesso rispetto che loro rivolgono per la Germania.
Giovanni Pagliuca non sa se resterà a Monaco di Baviera per sempre, o se deciderà di tornare in Italia. Forse lo aiuterebbe sentirsi appena un po’ più il benvenuto in questo mondo per lui così freddo e poco ospitale, che però considera migliore.







Roma chiama all’ordine

Ordnungsruf in Rom

di Andres Wysling
Pubblicato in Svizzera il
Tradotto da Claudia Marruccelli


Della presunta "ingovernabilità" dell’Italia c'è stato un gran parlare in queste ultime settimane. È la parola sbagliata al posto sbagliato. Non è vero che il paese è ingovernabile. Invece, sono i politici dei principali partiti che sembrano non essere in grado di formare un governo con le attuali maggioranze neoparlamentari dimostrandosi incapaci di governare – cosa ben diversa.



Il Presidente Giorgio Napolitano ha chiesto ora a dieci «saggi», di elaborare un minimo di programma per le riforme istituzionali ed economiche urgenti. Viene da pensare prima di tutto a una nuova legge elettorale, così come alle innovazioni nel campo della fiscalità; si tratta di evitare una crisi finanziaria nel bilancio statale. Su tale minimo di programma, Napolitano vuole – e questa è la sua chiara intenzione – obbligare i partiti a trovare un accordo, per creare un nuovo governo, o in alternativa continuare con l’attualel governo Monti.

È un tentativo di portare alla ribalta della discussione le strategie politiche piuttosto che l’alternanza delle poltrone. Napolitano chiede: cosa dovrebbe o dovrà essere realizzato nei prossimi mesi? Il politici di partito finora hanno per quanto possibile evitato questo problema, nella campagna elettorale non hanno parlato di misure di austerità, ma hanno promesso concessioni fiscali. Napolitano con i suoi «saggi» li ha messi alle strette, devono finalmente mettere le carte in tavola. Ossia darsi una mossa.

Il Presidente italiano non ha ripristinato la monarchia, né si tratta di un colpo di stato, come troppi critici lo hanno a gran voce accusato. Semplicemente esige dai leader di partito che facciano il proprio dovere. Nelle ultime settimane non sono stati in grado di trovare alcuna valida formula di governo, anzi si sono accaniti l’un l’altro in una aspra e logorante battaglia. Hanno solo migliorato in reputazione, ma certamente non hanno dato nessun suggerimento utile per il superamento della crisi economica del paese.

Andare di nuovo alle urne in maniera affrettata difficilmente potrebbe essere d’aiuto nel superamento dell’attuale stallo politico, perché produrre probabilmene ancora un risultato simile a quello delle elezioni di alcune settimane fa. Gli elettori hanno scelto, un Parlamento si è riunito e un governo è stato formato. Il richiamo all’ordine di Napolitano ai leader di partito, di trovare insieme un modus vivendi, è la parola giusta al momento giusto.

06 aprile, 2013

Profughi, ecco come l’italia si disfa di loro

Gute Reise nach Bayern: Wie Italien seine Flüchtlinge los wird

di Von Holger Sabinsky-Wolf
Pubblicato in Germania il 2 aprile 2013
Traduzione di Claudia Marruccelli per il Fatto Quotidiano




Il governo italiano persegue una rigorosa politica di immigrazione, attualmente stanno chiudendo molte strutture di accoglienza nel paese. Molti profughi arrivano in Baviera dove però li attende una brutta sorpresa.

Il caso più recente risale solo a venerdì scorso: gli investigatori della polizia federale di Rosenheim hanno fermato due autobus da turismo italiani sull’autostrada che porta in Austria. Tra i passeggeri a bordo c’erano sei africani e un iracheno, intenzionati a stabilirsi in Germania e in possesso di regolari documenti rilasciati dalle autorità italiane. Però gli uomini invece di ricevere un caloroso benvenuto, sono stati arrestati e presto dovranno lasciare la Germania.
Cosa c’è dietro questo episodio? L’Italia da anni persegue una politica di asilo particolarmente rigida. Attualmente, i campi profughi sono fase di chiusura in tutto il paese. La gente deve aver capito di essere indesiderata. E l’Italia ora ha trovato un sistema molto efficace per disfarsi dei rifugiati, in maggior parte africani – un sistema per ottenere l’asilo politico per così dire “all’arrabbiata” [in italiano nel testo, ndt].
Il controllo effettuato sull’autostrada austriaca ne è una chiara dimostrazione: persone originariamente giunte in Italia come richiedenti asilo avevano ricevuto dalle autorità italiane il cosiddetto foglio di via e le autorizzazioni per un breve soggiorno nei paesi dell’area Schengen. Così i rifugiati non arrivano privi di mezzi, ricevendo oltretutto una banconota da 500 euro nel corso del tragitto.

Questa è la loro filosofia: 120 casi dall’inizio di marzo

Che non si tratti di un caso isolato ma della loro filosofia, lo dimostrano i numeri dei controlli della polizia federale di Rosenheim. Gli investigatori hanno scoperto altri 120 casi analoghi dall’inizio di marzo. I profughi ottengono i documenti e il denaro ma solo a condizione di lasciare l’Italia, dice il portavoce della polizia federale di Rosenheim, Rainer Scharf.
A quanto pare è una soluzione tipicamente italiana, perché con documenti e denaro sarebbe possibile fondamentalmente solo un breve soggiorno. Perciò il modo in cui procederà la polizia dipenderà esclusivamente da ciò che dichiareranno i rifugiati. In ogni caso con passaporti italiani e fogli di via, in Germania non è consentito soggiornare più a lungo e nemmeno lavorare.

Anche la mafia italiana è un problema


L’atteggiamento degli italiani è uno spinoso problema politico. Dall’inizio della guerra in Libia 28.000 i rifugiati sono arrivati in Italia. Sono stati messi a disposizione anche fondi dell’Ue per il “piano di emergenza” in Nord Africa. Ma il denaro è in parte presumibilmente confluito nei canali della mafia, solo una piccola parte è stata utilizzata per i rifugiati. Dall’inizio di marzo lo stato italiano ha completamente sospeso le procedure per i richiedenti asilo.
Il ministro degli interni bavarese Joachim Herrmann (Csu) ha dichiarato in maniera critica: “Il comportamento del governo italiano volto a spingere i profughi nordafricani illegali a lasciare l’Italia muniti di un permesso di soggiorno breve e 500 euro in mano verso i paesi della zona Schengen, è un insulto. Considero questo comportamento non solidale nei confronti degli altri paesi europei“.
Anziché risolvere semplicemente la sistemazione dei profughi e invitare i residenti a emigrare in altri paesi dell’Ue, Italia dovrebbe rispedire chi non ottiene asilo politico in Italia nel proprio paese d’origine. “Invito il ministro degli esteri Westerwelle, a sollevare la questione a livello europeo“. Il governo italiano ha chiaramente violato il partenariato europeo.

Siete voi che dovete cambiare

Ihr müsst euch ändern
di Dirk Schümer
Tradotto da Claudia Marruccelli per Il Fatto Quotidiano
Pubblicato in Germania il 2 aprile 2013



Il sentimento anti-tedesco, che sta crescendo in Italia è stato avvertito anche dalla cancelliera Merkel in vacanza a Ischia, grazie ad un equivoco videomessaggio.
Benvenuti in Italia! I turisti tedeschi amano sentirsi accogliere dagli amici italiani con questo saluto e in fin dei conti è da secoli che adorano questa terra generosa. Come tradizione vuole, sin dai tempi degli imperatori del Medioevo, a cui si scioglieva il cuore al cospetto dei tesori d’arte italiani, delle bellezze e del clima dolce dell’Italia, anche l'attuale sovrana tedesca come molti altri tedeschi fa una capatina al sud in occasione delle vacanze pasquali. Ma queste vacanze di Angela Merkel, che di solito trascorre nella stazione termale di Ischia, questa volta non sono state turbate solo da un tempo insolitamente freddo e umido, ma anche dalla evidente critica rivolta alla Germania quale partner europeo - una crescente e globale avversione, che si sta diffondendo in Italia dopo gli eccessi anti-tedeschi della Grecia.
Stefano Caldoro, presidente della regione Campania, per accogliere la celebrità in arrivo sull’isola ha mandato in rete in internet un videomessaggio, "per portare il mio saluto alla Cancelliera Merkel", che non è passato inosservato. Sottotitolato in un elegante, quasi perfetto tedesco, l’alleato di Silvio Berlusconi si lancia in una proposta di benvenuto alla cancelliera: sfruttare al meglio le sue meritate vacanze anche "visitando certi problematici quartieri della nostra regione", dove esiste un tasso di disoccupazione giovanile dieci volte più alto rispetto alla Germania. Siamo al limite della frattura sociale; è compito della Germania, in qualità di "paese forte", cambiare la politica di austerità e di risparmio per ridare nuovamente la speranza ai poveri napoletani. Perché: "la Germania trae benefici dalla crisi degli altri".

Cercasi disperatamente capro espiatorio


Ora la cancelliera tedesca, che come se non bastasse a peggiorare le cose è anche stata fotografata in costume da bagno alle Terme di Aphrodite di Ischia, poteva appellarsi al suo diritto alla privacy e a una vacanza privata lontana dagli impegni politici. Non si è fatta portare sull'isola con l'elicottero, come fanno di solito i vari ministri italiani, ma ha preso pazientemente il traghetto, ha pranzato a casa di un cuoco amico di lunga data, che è stato assunto del suo albergo preferito - questi sono gesti che gli italiani non si aspettano dalla donna più potente del mondo. Ciò che invece si aspettano, e lo ha scritto il presidente regionale Caldoro nel testo del video: " E’ soprattutto che la Germania risponda alla crisi."
Ora questo politico non è uno qualunque. Ha militato sin da ragazzo prevalentemente nel leggendario partito socialista, formazione politica nota per il suo fallimento e sperpero di denaro pubblico il cui patron, Bettino Craxi, per evitare di essere perseguito penalmente si trasferì in Tunisia con un patrimonio milionario. Il mentore di Caldoro, Gianni de Michelis era noto non solo per i suoi discutibili festini in discoteca e per le nottate in albergo (spesso con fatture non pagate), ma è stato condannato anche a due anni di prigione per corruzione, pena che non ha dovuto scontare. E Berlusconi l’attuale patron politico di Caldoro, sta facendo di tutto per sfuggire alla legge restando al governo. Mentre la disoccupazione giovanile aumentata ancora a ritmi vertiginosi, l’elite politica, che fin’ora ha fallito, si compiace in normali scaramucce da retrobottega e allegramente guida [il paese] verso il baratro. Meno male, che c'è la Germania che fa da capro espiatorio!

Manovra diversiva del proprio fallimento
A chi come Stefano Caldoro, che lavora per la banda di Berlusconi, che per decenni ha guadagnato profumatamente nell’economia italiana basata sul clientelismo e che ha collaborato alle sorprendenti uscite antitedesche di Berlusconi nell'ultima campagna elettorale, gli riesce facile ora naturalmente mettere elegantemente sul banco degli imputati l’ospite in vacanza Angela Merkel. "Non si dimentichi delle persone nei guai!". Sarebbe da aggiungere: quando i politici italiani normalmente non si preoccupano di nulla...
Nella "surreale fine del mio mandato", come ha dichiarato il Presidente della Repubblica uscente Napolitano e nella completa ingovernabilità dell’Italia, un paese in crisi, dopo che la classe politica ha reiterato nel suo fallimento, ora "dieci saggi" - tutti vecchi esponenti del sistema – dovrebbero esplorare la possibilità della creazione di una almeno rudimentale maggioranza di governo, o comunque una nuova legge elettorale. Delle a lungo promesse misure di austerità ai politici professionisti strapagati – per non parlare dell’attuale depravato presidente della regione Campania - naturalmente non se ne parla più.