27 settembre, 2012

Decadenza tardoromana dei politici italiani


Gucci-Täschchen auf Kosten des Steuerzahlers

Di Tilmann Kleinjung
Pubblicato in Germania il 23/09/2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero

I consiglieri del PdL alla Regione Lazio, pur essendo i meglio pagati del mondo, non hanno avuto remore a servirsi dei fondi stanziati per il gettito fiscale: spese per champagne, ostriche e borse firmate. E nessuno vuole ammetterlo.


L'Italia deve risparmiare e i cittadini italiani sono costretti a stringere la cinghia: più tasse e lavorare più a lungo, ma i deputati del consiglio regionale del Lazio sembrano curarsi poco di tutto ciò. Festeggiano a base di champagne e ostriche, organizzano feste in maschera ambientate nell’antica Roma, in cui si celebra, a spese dei contribuenti, Lucullo, il decadente generale romano.
"Che cosa dobbiamo pensare di una persona che guadagna 52.000 € netti al mese e poi va al supermercato a fare acquisti per 80.000 euro a spese del partito?" si chiede Pietro Senaldi del quotidiano Libero parlando di Franco Fiorito, ex capogruppo del Popolo della Libertà, presso il Consiglio Regionale del Lazio. "Pare che non ci sia alcun limite", afferma Senaldi.

"Batman" percepiva 52.000 € al meseFiorito grazie a tutta una serie d’incarichi, anche di poco conto, fondi e sovvenzioni, è riuscito ad accumulare uno stipendio di 52.000 euro netti al mese, che di per sé è già uno scandalo, anche se apparentemente legalizzato. E solo perché Fiorito non ne poteva ricevere proprio più, che adesso si è dimesso da capogruppo del partito ed è diventato un caso da pubblico ministero: pare che abbia acquistato a spese del proprio partito case e automobili. Ma il politico dalla grossa stazza, a Roma conosciuto da tutti con il soprannome di "Batman", non ha paura della prigione.
"Non ho mai preso neanche una lira del partito", dice Fiorito. "Ho amministrato correttamente i fondi a me affidati, l’ho già dimostrato agli inquirenti, e non ho altro da aggiungere. Forse qualcuno ha commesso qualche sciocchezza, ma io no di certo".
Nel corso dell'inchiesta è emerso che a ogni consigliere del PdL venivano messi a disposizione 100.000 euro - "per curare il rapporto tra elettori ed eletti". In questo contesto sono saltate fuori ricevute per champagne e borse di Gucci e più della metà della spesa è stata documentata con false fatture.


Il Presidente si dice all’oscuro di tuttoLa presidente della Regione Lazio, Renata Polverini che dovrebbe essere stata a conoscenza del sistema, si dice all’oscuro di tutto e ieri ha invitato i consiglieri regionali ad un azzeramento ". Se non prendiamo delle drastiche decisioni, il malumore nei confronti della politica comporterà l'impossibilità per noi di continuare a rappresentare i nostri elettori", ha detto Polverini in Consiglio. "Invito quindi a una profonda riflessione su ciò che diremo nei prossimi giorni e su ciò che stiamo facendo."
In ogni caso: il parlamento regionale ha deciso di dimezzare le commissioni. Ciò significa meno gettoni di presenza e meno indennità per il presidente. Ma il problema di fondo non cambia, dice Senaldi: i partiti italiani sono sommersi da una vera e propria pioggia di denaro pubblico.
"200 milioni di euro l'anno e senza alcuna documentazione!" Il giornalista è sconcertato. "E 'chiaro che poi uno va al ristorante con l’amica. Ci sono fondi versati a persone che non hanno alcun compito; e li devi spendere, altrimenti non arriva più nulla."
Le Regioni italiane corrispondono ai Länder tedeschi, ma hanno molte meno competenze. I consiglieri regionali e i deputati [italiani], oltre ai fondi a copertura delle spese per lo champagne e i festini del partito, percepiscono stipendi da fare invidia alla cancelliera tedesca. Forse Angela Merkel si ricorderà di tutto ciò quando dovrà decidere la prossima volta, in materia di aiuti per i paesi indebitati nella zona Euro.


26 settembre, 2012

I ristoratori di Berlino uniti per combattere la mafia


Berliner Gastwirte kämpfen gegen Schutzgelderpresser

di Andreas Gandizor
Pubblicato in Germania il 23 settembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

Ristoratori e polizia tedeschi hanno già sconfitto la mafia italiana. Gli investigatori sono però preoccupati dell’arrivo di quella locale, proveniente dalla Russia e dall’Asia.

Ristoratore aderente alla campagna antimafia di Berlino

I ristoratori di Berlino, la polizia e l'associazione albergatori e ristoratori tedesca DEHOGA si oppongono al pizzo. In questo settore la solidarietà ha già fruttato notevoli risultati: la mafia italiana è stata duramente sconfitta, dice Bernd Finger, capo dell'Ufficio di Stato di polizia giudiziaria per la criminalità organizzata (LKA).
Finger però ammette chiaramente che esiste una "grande zona d’ombra", circoscritta soprattutto all’ambiente della gastronomia russa e asiatica. Spesso a Berlino sono residenti ristoratori che provengono da paesi in cui la fiducia nella polizia, non è molto elevata, spiega l’attuale commissario. Preferiscono pagare il pizzo, piuttosto che ricevere aiuto dagli investigatori. Finger non cita percentuali, ma gli esperti che hanno familiarità con il problema parlano di "cifre a due numeri" per le persone colpite.
"Non è possibile riuscire ad arginare il 100 per cento dei reati ", dice Finger. "Il nostro obiettivo è che nessun ristoratore venga rovinato dalla criminalità organizzata e sia costretto a chiudere il proprio esercizio." Le somme che i ricattatori esigono, secondo le informazioni di Finger, si aggirano sui 4.000-5000 euro al mese. Nei ristoranti di lusso, arrivano addirittura a [pretendere] 10.000 a 20.000 euro al mese.
"Ogni anno a Berlino arrivano 2-3 denunce contro la mafia italiana ", ha detto Finger. Complessivamente veniamo a conoscenza di almeno dieci casi all'anno, in cui le piccole e medie imprese vengono ricattate dalle organizzazioni criminali.
Mafia? No, Grazie!

Grande successo di "Mafia? No, grazie!"Il declino delle estorsioni mafiose italiane è il risultato di un’azione congiunta che dura da anni in Germania. Nel dicembre 2007, più di 50 proprietari di esercizi della ristorazione avevano ricevuto a Berlino, una richiesta di pizzo. I mandanti erano riconducibili alla camorra italiana, l'organizzazione criminale che arriva da Napoli. Per dare maggior efficacia alle loro richieste, i ricattatori hanno dato alle fiamme un ristorante e alcune auto. Ma già nelle due settimane successive i colpevoli erano stati arrestati entrambi, e condannati a lunghe pene detentive. Il rapido successo delle indagini è stato possibile perché i ristoratori colpiti, collaborando con la LKA, si sono alleati e hanno tutti sporto denuncia.
Solo qualche mese prima,un gruppo di professionisti italiani aveva lanciato a Berlino l’iniziativa "Mafia? Nein danke!" (Mafia? No grazie!). A dare spunto all’iniziativa sono stati gli omicidi di mafia di Duisburg, in cui il 15 agosto 2007 di fronte a un ristorante italiano furono uccise sei persone vittime di una faida. La fortunata strategia dell’iniziativa viene da allora festeggiata ogni anno con un festival italiano che si svolge per strada, così come anche questo fine settimana nella Fuggerstraße di Schöneberg.

Chi cede alla mafia è una persona senza dignità
La polizia consiglia di collaborareIn caso di ricatto è particolarmente importante che le persone coinvolte contattino immediatamente la polizia, dice Bernd Finger. Gli specialisti dell'Ufficio di polizia giudiziaria valuteranno le modalità operative dei criminali e saranno in grado di riconoscerne le relazioni. "Solo con una visione d’insieme si può valutare dal punto di vista criminale la reale esistenza di un gruppo di criminali o se si tratti solo di un individuo ubriaco", dice Finger. Le valutazioni degli ultimi anni hanno dimostrato che si tratta sia di criminali stranieri, che tedeschi. Le denunce riguardano minacce, atti di vandalismo e violenze sessuali. Il ricatto viene esercitata non solo nei locali, ma spesso anche a casa della vittima. "I meccanismi sono sempre gli stessi." E 'di vitale importanza che, in ogni caso, non si ceda alle richieste di denaro, dice. "Le persone colpite dovrebbero chiamare immediatamente il 110 e fornire una descrizione, il più dettagliata possibile, della persona”.
In stretta collaborazione con l'associazione "Mafia? No, grazie!", la LKA spiega in seminari ed eventi, che sono individui diventati nel frattempo uomini d'affari e cittadini tedeschi. "Vogliamo mostrare al pubblico anche che non tutti gli italiani sono dei mafiosi", dice Angilé Fabio, uno dei fondatori dell'associazione. Il proprietario del ristorante di Kreuzberg, in sé non è mai stato vittima di un estorsione, erano soltanto sua sorella e suo zio ad essere coinvolti.

24 settembre, 2012

Chi arriverà dopo Monti? Monti!

Wer kommt nach Monti? Monti!
 
di Fabio Ghelli
Pubblicato in Germania il 14 settebre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero

Il mandato del Presidente del Consiglio italiano termina nella primavera del 2013. In Italia, ma non solo, molti sperano che prosegua il suo mandato, ma Monti ha ancora qualche dubbio.

Monti e Schäuble

Chi ci sarà dopo Monti? E’ la domanda che molti in Italia iniziano a porsi, visto che la legislatura corrente terminerà in primavera e si andrà alle elezioni presumibilmente nel mese di marzo. Il primo politico che ha osato dare una inequovocabile risposta alla questione del Dopo Monti, è stato il leader dell’UDC Pierferdinando Casini che nel suo discorso di chiusura al Congresso del suo partito, ha recentemente dichiarato : “Dopo Monti può esserci solo Monti”.
Casini non è l’unico a pensarla così. Una buona fetta del mondo finanziario italiano è del suo stesso parere. Banchieri, imprenditori ed economisti si augurano che Monti resti in carica per un secondo mandato: questo è quanto emerge da un sondaggio pubblicato dal Sole 24 Ore. Infatti il futuro dell’Italia è tutt’altro che certo. L’Italia, nonostante la ritrovata competitività, non è in grado di uscire dalla crisi senza la fiducia dei partner europei e dei mercati finanziari, fiducia che Monti è riuscito a conquistare nei mesi passati, grazie alla sua reputazione riconosciuta a livello internazionale.

Bersani e Renzi

L’Europa si fida di Monti
E‘ trascorsa solo una settimana, da quando la BCE ha annunciato l’acquisto illimitato di titoli di stato dei paesi indebitati, cosa che ha permesso il calo dei tassi d’interesse di Spagna e Italia. Senza il lavoro di Monti questa decisione sarebbe stata impensabile. Quindi non è stato necessario che egli dimostrasse alcun risultato concreto. E’ bastata la sua promessa che l’Italia continuerà a fare i compiti a casa.
Anche il Ministro per l’Economia Vittorio Grilli, ha recentemente assicurato che il paese non avrà bisogno in futuro di alcuna manovra di alleggerimento. Ma la strada verso la ripresa è ancora lunga, tanto che l’agenda di Monti può ritenersi ancora piena di impegni per i prossimi quattro mesi, tra cui circa 150 nuove misure in attesa di varo. E’ un compito enorme per lo staff di Monti e certo il tempo è poco: la campagna elettorale, che potrebbe prendere il via già all’inizio dell’anno, renderà tutto più difficile.
Tuttavia, attualmente Monti non vuole affrontare la questione del suo futuro politico. In un forum economico a Cernobbio ha recentemente ribadito quello che aveva già dichiarato qualche tempo fa: “Il governo tecnico è un fenomeno temporaneo”, il suo orizzonte nell’attività politica arriva fino alla fine della legislatura, ossia agli inizi del 2013. Tuttavia, egli vorrebbe che le competenze affidate al suo gabinetto, non legato ad alcun partito, possano rimanere. La politica italiana inoltre, non è così ridotta male, come aveva immaginato prima di entrare in carica. Tutti i partiti di governo hanno dimostrato un alto grado di responsabilità. “Non riesco a credere”, ha detto dopo il suo arrivo, «che sia così difficile, in un grande paese democratico come l’Italia, trovare un leader che sia in grado di assumersi la direzione del governo.”

Berlusconi e Grillo

Nessun schieramento ha una netta maggioranza in Parlamento
Ma l’immagine che i più recenti sondaggi evidenziano è ben diversa. Se si andasse alle urne in Italia ora, né il centro-sinistra né il centro-destra otterrebbe una netta maggioranza. Allo stesso tempo, sta crescendo la fiducia degli italiani nel governo Monti. Il primo ministro è la figura politica assolutamente più popolare in Italia e lo si deve proprio al suo approccio.
I cristianodemocratici di Casini vedono nei dati della ricerca, un chiaro risultato: “Così com’è ora la situazione, e non credo che in cinque mesi qualcosa cambierà, la sera dei risultati delle elezioni non ci sarà alcun vero vincitore”, ha detto Rocco Buttiglione, vice presidente dell’UDC, in una intervista rilasciata a Zeit Online. “Se il nostro partito diventasse di fondamentale importanza per la formazione di un governo di coalizione, porremo una condizione chiara: che Mario Monti resti come Primo Ministro”.
Se Monti effettivamente proseguisse il suo mandato, significherebbe che la leadership del paese continuerebbe ad essere di tipo tecnico e non politico. Quindi è evidente che, se Monti dovesse assumere nuovamente l’incarico, questo non sarebbe per merito di un determinato partito.
Il PD, partito del centro-sinistra, vorrebbe comunque tornare a un governo politico – ma solo se ci sarà l’impegno di proseguire il lavoro di Monti. “Sono due i punti fermi finora”, dice Enrico Letta, vicepresidente del PD. “In primo luogo, l’agenda Monti deve essere la base su cui poggiare il futuro programma di governo. Secondo: in nessun caso Monti tornerà al suo precedente incarico di rettore della Bocconi”. Per l’opzione di una seconda coalizione allargata, però, il PD non è disponibile dal momento che il PdL di Berlusconi rifiuta ancora di applicare le annunciate riforme. A quanto pare il Cavaliere tornerà alla guida del suo partito. “Con Berlusconi non si può fare nulla”, ha detto Letta.
Il PdL, invece, al momento, sembra non avere un vero leader. Quello che appare certo è che il partito continua a sostenere il programma di riforme Monti. I sostenitori di Berlusconi, però manifestano chiaramente la loro rabbia contro il presunto servilismo di Monti nei confronti delle direttive tedesche. Renato Brunetta, ex ministro della pubblica amministrazione, ha scritto in un’articolo pubblicato la settimana scorsa da “Il Giornale”, quotidiano di Berlusconi, che “la Germania dopo aver perso due guerre mondiali, ora vuole vincere la terza guerra mondiale.” Non è esattamente il segno di “atteggiamento responsabile” di cui Monti ha parlato a Cernobbio.
Anche, Ignazio La Russa, ministro della Difesa del governo Berlusconi, ritiene che “la colpa della sfortuna dell’Europa sia da attribuire esclusivamente alla Merkel”. Alla domanda ” Se il PdL sia comunque pronto, a unirsi con il PD per dare il suo appoggio a un secondo governo Monti?” La Russa risponde “Meglio una piccola opposizione che una grande coalizione”.


CSU e SPD lodano Monti
Il rischio che, in caso di un cambio di potere il percorso già iniziato possa essere abbandonato, è percepito anche dalla politica tedesca. “Chi desidera ora frettolosamente un governo diverso da quello del gabinetto Monti, ha apparentemente già dimenticato il disastroso bilancio degli anni di Berlusconi”, ha detto il vice presidente del gruppo parlamentare SPD Joachim Poß. “Dimentichiamo”, aggiunge, “che anche questo nuovo movimento politico potrebbe ottenere la guida al governo e il solo pensiero fa venire i brividi.”
Come Poss anche il vicepresidente della coalizione parlamentare CDU/CSU, Michael Meister, aveva respinto la critica fatta nel mese di agosto da Monti sulla presunta superiorità dei parlamenti. Tuttavia, considera comunque decisivo il suo ruolo nella stabilizzazione dell’economia italiana. “Monti ha introdotto alcune riforme che vanno nella direzione giusta,” dice. Inoltre ha notevolmente migliorato la fiducia nella politica italiana.
Nonostante la sua reticenza, quando si tratta di pianificare il proprio futuro, Monti sembra ancora essere turbato dalla probabilità di un cambiamento politico. Lo preoccupano in particolare i gruppi anti europei come il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. In una conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy sabato scorso, Monti ha sottolineato il crescente rischio di nuove divisioni dell’UE. “La crisi ha riaperto alcune vecchie tensioni tra il nord e il sud dell’Europa”, ha detto Monti. Per mettersi al riparo da ciò, il Presidente del Consiglio italiano vuole organizzare un Euro-vertice a Roma, per contrastare il fenomeno del populismo antieuropeo. Che non sia per caso un motivo valido per rimanere più a lungo in carica?

Berlusconi vuole monopolizzare l’opinione pubblica

Berlusconi will das
Meinungsmonopol

di Katharina Kort
Pubblicato in Germania il 16 settembre
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

Mediaset, di proprietà di Berlusconi vuole comprare l’ultima emittente televisiva politicamente indipendente in Italia. I dipendenti protestano e l’indignazione è alta.


In Italia, Silvio Berlusconi crea nuovo fermento. Questa volta non si tratta di scandali a sfondo sessuale o di un ritorno politico, ma della sua società televisiva Mediaset, che vuole espandere il proprio potere. Com’è stato annunciato durante il fine settimana, la Fininvest, holding della famiglia Berlusconi che controlla una serie di canali televisivi, sta programmando un’offerta pubblica di acquisto per le attività televisive di Telecom Italia.
In tal modo Mediaset potrebbe inglobare l’unica emittente televisiva politicamente indipendente, La7. Finora in Italia le principali emittenti pubbliche sono, assieme alla Rai, o nelle mani dello Stato o di proprietà di Mediaset. Fa da contraltare il mercato satellitare dominato da Rupert Murdoch con Sky. Solo La7 e MTV appartengono a Telecom Italia. Ma l’amministratore delegato Franco Bernabè ha intenzione di fare cassa, mettendo in vendita il settore televisivo di Telecom Italia, a cui tra l’altro, oltre a La7 e MTV, appartengono alcuni cinema multisala.


Il valore dell’emittente, già indebitata per 200 milioni di euro, è stimato tra 450 e 500 milioni di euro. Le parti interessate potranno presentare le proprie offerte entro il 24 Settembre.
Tra i potenziali acquirenti c’è anche il gestore di telefonia mobile 3 Italia, che fa parte della multinazionale cinese Hutchison Whampoa. Gli osservatori ritengono possibile anche un’alleanza tra 3 Italia e Mediaset. Altre parti interessate potrebbero essere Clessidra e altre finanziarie a carattere privato.
La7 negli ultimi anni è riuscita a guadagnarsi una significativa fetta di mercato. Con più del quattro per cento di share, l’emittente televisiva resta purtroppo una protagonista minore, mentre la tendenza è in crescita. Lo stesso vale per la quota d’incassi pubblicitari, che attualmente si attesta sul tre per cento.
L’emittente annovera tra i suoi moderatori una serie di grandi nomi provenienti dalla Rai e da Mediaset, tra cui Lilli Gruber ed Enrico Mentana, che sono a favore soprattutto per l’indipendenza della piccola emittente, in cui né l’attuale governo né Silvio Berlusconi possono interferire. Mentana ha già annunciato le sue dimissioni, se Berlusconi dovesse prendere il controllo. Anche altri colleghi chiedono l’intervento del garante per la concorrenza, allo scopo di impedire l’ingresso dell’ex primo ministro e potente imprenditore dei media.


20 settembre, 2012

Quando le guardie del corpo servono per andare a fare shopping

Debatte über Polizeischutz für Politiker - Kosten in dreistelliger Millionenhöhe
Di Gerhard Mumelter
Pubblicato in Austria il 30 agosto 2012

Polemiche sulla protezione dei politici che costa centinaia di milioni



Un conto di 80.000 euro per un soggiorno in albergo, pagato per le guardie del corpo di Gianfranco Fini in vacanza a Orbetello, ha scatenato polemiche riguardo alla protezione da parte della polizia prevista per i politici italiani. Il Ministero degli Interni ha prenotato per diverse settimane nove camere, riservate alle guardie del corpo, nell’albergo dove soggiornava il Presidente della Camera. La polemica è stata innescata da una pubblicazione del quotidiano di destra “Libero”, alimentando una vera e propria guerra tra Silvio Berlusconi e Fini.
La protezione dei politici, in molti casi, ingiustificata o esagerata, offre motivo di polemica e disagio ai sindacati di polizia. Il costo totale per 841 persone protette, è stimato in 250 milioni di euro. L’80 per cento potrebbe essere già da subito ridotto o abolito. Oltre a giudici e alle persone minacciate dalla mafia, la polizia garantisce protezione in particolare ai politici. Una foto del portavoce del Pd, Anna Finocchiaro, in cui si vedono le sue guardie del corpo mentre l’accompagnano a fare a fare la spesa portando le borse, ha scatenato la polemica.

Il record [di spesa] riguarda ancora una volta Silvio Berlusconi che, in qualità di membro ordinario del Parlamento dispone di 40 guardie del corpo e due limousine blindate. Poco prima delle dimissioni, aveva fatto approvare una disposizione che garantiva anche in futuro la sua scorta di polizia. Costo: 2,5 milioni di euro l'anno.
Il Ministero degli Interni ha recentemente tolto dalla busta paga otto agenti di polizia, che sono stati di guardia al palazzo dell'ex ministro leghista Roberto Calderoli in provincia di Bergamo. Costo: 900.000 euro ogni anno. Nel complesso, risulta che più di 2.100 agenti di polizia sono utilizzati per proteggere le persone "vulnerabili", nonchè diverse centinaia di limousine blindate a disposizione, per un costo di 140.000 euro.
Molti agenti di polizia si lamentano di essere considerati solo come autisti. L'eccentrico ex segretario di stato Vittorio Sgarbi aveva chiesto alle sue guardie del corpo di condurlo all'aeroporto, per evitare le code.


"Più di un terzo delle guardie del corpo sono persone totalmente inutili e assistono persone che non hanno bisogno di protezione e le auto della polizia servono solo come uno status symbol," denuncia Umberto De Angelis del sindacato di polizia. In seguito alle proteste, il ministro dell'Interno Cancellieri ha istituito una commissione per regolare la ripartizione delle scorte di polizia. Dettaglio: Maurizio Belpietro, direttore di Libero, che ha dato il via allo scandalo, lui stesso gira sotto scorta della polizia. Un tentativo di aggressione sventato due anni fa da una sua guardia del corpo, pubblicata a grandi titoli sul giornale, risultò secondo i pubblici ministeri come pura invenzione.

17 settembre, 2012

Sempre e solo risparmiare, continuamente!“

Immer nur sparen und kein Ende
di Birgit Schönau
Pubblicato in Germania il 9 settembre 2012
Tradotto da Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

In periodo di crisi gli italiani non comprano più giornali. Visita a due edicolanti di Roma.

Edicola romana
Sono le cinque del mattino, Roberto Animobono solleva la serranda dell’edicola, mentre Roberto Quintilioni srotola il tendone, entrambi in silenzio. Via Cavour, una delle principali arterie di Roma, di solito così piena di vita, è avvolta dalla lattiginosa luce dell’alba estiva. La città dorme ancora.
Seduti sotto il tendone, su cui spicca a caratteri cubitali la scritta “Edicola“, all’interno di un massiccio palazzo ottocentesco, tra un bar e una libreria, i due ogni giorno aspettano fiduciosi, seduti in mezzo alle cartoline, ai DVD e alle borse da spiaggia. Robi e Robé, così si chiamano reciprocamente, uno robusto, l’altro ancor di più, hanno trascorso insieme metà della propria vita in questo spazio ristretto – per 20 anni hanno lavorato per la Kodak, da tre anni gestiscono questa edicola. Ma quando arriva il primo cliente?
Ecco il il furgone delle consegne, i due Roberto scaricano le pesanti pile di quotidiani freschi di stampa, accatastandoli in un angolo del locale, poi aprono gli espositori dei giornali. Alle sei ecco un segnale di speranza: il gestore del bar accanto entra nel negozio per acquistare il quotidiano locale, Il Messaggero, e il Corriere dello Sport, il principale quotidiano sportivo italiano. I suoi clienti abituali li leggeranno mentre fanno colazione. “Timore per l’Europa” titola il Messaggero. Il quotidiano sportivo è preoccupato per il destino calcistico italiano. I migliori calciatori hanno lasciato il campionato, prima se n’è andato Eto’o, poi Ibrahimovic e Silva, adesso sta per andarsene Lavezzi. Vanno dove possono guadagnare di più, non certo in Italia dove c’è solo crisi.

Carnet di biglietti autobus
“La crisi spunta ogni mattina“, dice Roberto, quello più magro. Tempo fa il momento di maggior afflusso dei loro clienti era tra le sette e le nove. Prima di andare al lavoro i romani, si fermavano con la macchina a lato della strada, lanciavano i soldi sul bancone, e afferrando velocemente il giornale scappavano via. “Oggi lasciano la macchina a casa”, dice Roberto, quello più grasso. La benzina è sempre più cara, quasi la metà dei romani va al lavoro con il bus o la metro. Roberto sventaglia il carnet dei biglietti che a Roma sono in vendita anche nelle edicole e dice: “Chiaramente adesso ne vendiamo di più, anche se dal mese di giugno il prezzo è aumentato del 20 per cento!”.
Se vogliamo vederla così, i due Roberto hanno evitato la crisi, che alla fine sembra averli solo sorpassati. Tre anni fa, quando la crisi era solo un lontanissimo problema delle banche, Robi e Robè si sono messi in proprio con la loro edicola. Prima avevano un giro di clienti di stampanti Kodak, Animobono con il suo carattere esuberante era la forza trainante, il tranquillo Quintilioni era quello che manteneva la calma nei momenti difficili. Guadagnavano bene entrambi, era un lavoro sicuro – finché l’azienda fotografica non si è trovata in difficoltà. Quindi i due Roberto hanno deciso di mollarla prima di essere licenziati. Questo succedeva nel 2009, quando entrambi avevano appena compiuto 50 anni. “Avevamo tre possibilità” racconta Animobono: “Aprire un bar, una tabaccheria o un’edicola”, e hanno optato per la più italiana delle tre attività, l’edicola. I romani sono affezionati alla propria edicola, punto di ritrovo per scambiare un paio di chiacchiere. A Roma ci sono piazze in cui riescono a convivere fino a 5 edicole contemporaneamente. In Italia non c’è l’abitudine di ricevere a casa il giornale, si va di persona a comprarlo. Quindi è difficile che un’edicola fallisca. I due Roberto hanno pagato 420.000 euro per 25 mq. di area commerciale nella rinomata Via Cavour.
Consegna giornali a Venezia
Ma poi è successo qualcosa che nessuno aveva previsto: esattamente come per i propri politici gli italiani si sono allontanati dai giornali. Quello che hanno deciso i politici è finito su tutti i giornali. Apparentemente è come se la gente avesse deciso di punire allo stesso tempo, chi è all’origine delle cattive notizie e chi le diffonde.
L’anno scorso quasi 5000 edicole hanno chiuso battente sul territorio italiano, ora la metà di quelle romane è a rischio. “Ma non dipende solo dal fatto che la gente legge meno i giornali”, dice Animobono: c’è in corso una guerra tra boss. L’attività di distribuzione stampa nella capitale è nelle mani di due grossisti, che circolano su limousine dai vetri oscurati, con scorta e guardie del corpo, proprio come i mafiosi. Sono loro che impongono alle edicole quali e quanti periodici ordinare. Pagamento anticipato. “Roba da pazzi” dice Animobono e tira fuori dallo scaffale una rivista sulle case di campagna. “Ne dobbiamo ordinare ogni mese 20 copie, a sette euro l’una. Ma riusciamo a venderne, quando va bene, solo tre. Noi edicolanti siamo diventati il bancomat dei grossisti e delle case editrici.”
Una signora di mezza età con degli eleganti occhiali da sole entra nel negozio. Sono solo le 11, nell’edicola si sente soltanto il ronzio del condizionatore che va a manetta. La signora si sventola e chiede La Repubblica. “Il suo sguardo cade sui titoli che parlano di crisi. Dice che lavora nella più importante galleria d’arte della città, quindi significa che al momento ha poco lavoro. Il gigantesco palazzo delle esposizioni, un’attrazione turistica, è rimasto chiuso per ben cinque mesi, proprio in piena stagione turistica! La signora sbuffa sdegnata. “Il comune non può più permettersi neppure di mantenere i condizionatori in funzione. Come diavolo faremo ad andare avanti? Già ora siamo un paese senza cultura”.

Colazione e lettura quotidiani al ... bar
Roberto, quello più grasso va fuori a fumarsi una sigaretta. Roberto, quello più magro, impreca contro il governo. “Sempre e solo risparmiare, continuamente! E la politica è la prima a dare il cattivo esempio. Cosa ce ne facciamo di migliaia di parlamentari? Perché mai percepiscono gli stipendi più alti d’Europa? E chi dovremmo votare l’anno prossimo? Ci propinano personaggi che dobbiamo tenerci per forza.” Ora l’edicola è piena, ma non sono clienti veri e propri, vengono solo per piantar grane. Se si tratta di parlare male del governo, tutti hanno qualcosa da aggiungere. Mario Monti non è meglio del suo predecessore, dicono, perchè chi ha i soldi resta intoccabile.
É il tipico rumoreggiare italiano, chiacchiere da edicola, da osteria e oratorio, e più a lungo dura, più suona deprimente. Berlusconi ritornerà, e allora usciremo dall’Europa. La Merkel ci manderà sul lastrico, dice la gente nel negozio dei due Roberto, la tedesca ci tratterà come i Greci, magari non subito, ma presto.
All’ora di pranzo, quando sono andati tutti via, i due Roberto vanno a turno a mangiare un’insalata al bar della piazza. Con gli anni hanno adeguato le proprie abitudini l’uno all’altro, come una coppia di vecchi coniugi. Questa dannata dieta prima dell’estate, borbotta Roberto, il più robusto.
„La gente diventa sempre più rabbiosa“ dicono più tardi, quando inizia il pomeriggio e ritorna la calma nell’edicola. “La maggior parte si limita a prendere il giornale e sparisce senza salutare. Non c’è più una vera comunicazione. “ Nessuno si fida più dell’altro. Sei fascista? Comunista? Da che parte stai? Berlusconi ha lasciato in eredità agli italiani non solo i debiti, ma anche una terra di sospetti.


Riviste di Gossip
Si vendono ancora solo un paio di riviste, pagine colorate piene di pettegolezzi su attricette, questi sono gli argomenti che interessano: chi bacia chi? Chi ha lo yacht più grande? Una fuga nelle illusioni. In una foto di prima pagina si vede Berlusconi con la potente figlia Marina, detta “la zarina“; poi c’è la figlia minore Barbara, fotografata con il fidanzato Pato, un calciatore. Poi di nuovo Berlusconi, circondato dai nipotini, in una delle sue sette ville. Ancora un paio di riviste per signore con gadget gratuiti allegati: borse da spiaggia, occhiali da sole, bikini. I pochi clienti dell’edicola non alzano nemmeno lo sguardo, hanno fretta, vogliono solo trascorrere un’estate serena e sono di nuovo già spariti.
I due Roberto ammiccano simpaticamente, anche loro hanno voglia di vacanze. Quintilioni andrà a riposarsi al mare in Italia, Animobono andrà con la moglie in Spagna. Da un paese in crisi ad un altro. “Mi terrò alla larga dai giornali” dice. Desidera una vacanza lontano dalla realtà, almeno per un paio di giorni.

13 settembre, 2012

Monti ... a cavallo


Signor Monti sieht sich im Glück

di Tilmann Kleinjung
Pubblicato in Germania il 29 agosto 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

Oggi arriva a Berlino il Presidente del Consiglio italiano Monti. Nel suo paese la situazione è nettamente migliorata, così dichiara convinto: si vede già la fine della crisi. Ma gli italiani la pensano diversamente: soffrono per la crescente disoccupazione, le misure di austerità e l’aumento delle tasse.




Fine del primo tempo per Mario MontiSe si considera che il suo governo dovrebbe durare fino alle prossime elezioni, nella privamera del 2013 alla primavera del 2013, sua scadenza naturale, allora il premier italiano ha percorso metà di un cammino difficile lungo il quale ha intenzione di tirare fuori dalla crisi il suo paese. Mario Monti dice di vedere la luce in fondo al tunnel. Molti sono i segnali che indicano che la fine della crisi si sta avvicinando: “Stiamo uscendo da una sofferta fase di crisi sociale ed economica”. Ma la maggior parte degli italiani la vede in maniera diversa. Ogni mese c’è un nuovo record nelle percentuali dei disoccupati. Le aziende licenziano invece di assumere. E lo stato pensa a sanare il proprio bilancio a costo di dolorosi tagli al Welfare e gravosi aumenti fiscali. “Il cittadino normale risparmia, perché è costretto a farlo” si lamenta Graziella da Roma. Le tasse sono aumentate in maniera spropositata, le famiglie devono assolutamente fare attenzione a quello che spendono. “E così pagano sempre le classi sociali più basse”, dice.


Verso un disavanzo pubblico in conformità al trattato di MaastrichtNaturalmente Monti non vuole subire questa impressione [negativa] e nella sua lotta alla crisi economica chiede l’appoggio della Guardia di Finanza. In tutto il paese continuano con successo controlli a tappeto per snidare presunti evasori fiscali: finora con questo sistema sono affluiti nelle casse dello stato dieci miliardi di euro, consentendo così al governo di abbassare il deficit statale, per la prima volta nel 2012, dopo molto tempo, al 2 per cento, uniformandolo ai criteri di Maastricht. Ma secondo Alessandro di Lellis, del Messaggero, questi criteri non bastano. “Se ci limitiamo solo ai criteri di Maastricht, ci ridurremo alla fame” scrive. “Dobbiamo fare quello che è nelle nostre possibilità: non saremo i primi, ma i secondi, o i terzi, dopo la Francia e la Germania. Ma possiamo essere i più veloci, nel programmare il futuro, nel contare sulle tecnologie. E in questo senso in Italia ci sono gravi lacune”. Anche quest’anno la performance economica continuerà ad abbassarsi, secondo le previsioni dell’agenzia di rating Fitch, fino ad arrivare all’1.9 per cento. Pertanto Monti nella seconda parte del suo mandato deve promuovere la crescita, mettere in moto il mercato del lavoro e introdurre incentivi.

Campagna elettorale estiva: Torna il mostro di Lochness!

Pillola amara dopo l’era BerlusconiLa maggior parte degli italiani ha ancora fiducia in lui nonostante le dure e impopolari misure di austerità. Monti è come una cattiva medicina da mandare giù dopo la lunga era Berlusconi . Ma secondo un’indagine dell’Università di Pisa, alla domanda “Voterebbe nuovamente quest’uomo”, due terzi degli italiani hanno risposto di no. Il marito di Graziella dice che “alcune decisioni politiche prese da Monti sono certamente impopolari, “Ma occorre anche dire che non sappiamo se ha già fatto tutto quello che aveva programmato. Perché? Anche se Silvio Berlusconi e la sua cricca non sono più al governo, siedono comunque ancora in parlamento”. Perciò Giorgio e Graziella pensano che le voci che vogliono Berlusconi nuovamente in corsa al governo, siano piuttosto una battuta di pessimo gusto. Allora molto meglio Monti. E Berlusconi? “Lo volete voi? Ve lo regaliamo” dicono.

06 settembre, 2012

L’ombra della Guardia di Finanza Italiana sull’Engadina


Schatten der Guardia di Finanza über dem Engadin

di Oswald Iten
Pubblicato in Svizzera il 30 agosto 2012
Tradotto da Claudia Marruccelli per Italia dall'Estero
La prima edizione di “Passione Engadina”, [manifestazione dedicata alle] automobili italiane d’epoca, ha suscitato l’entusiasmo di tutti i partecipanti, anche se mancava qualcuno. L’Engadina ha registrato meno ospiti del sud [del previsto], frenati dalle vessazioni del fisco.



Per sfuggire alla calura estiva di casa propria e alla folla di turisti, molti italiani vengono volentieri nella fresca Engadina, dove, ospiti degli alberghi o nelle proprie case di villeggiatura, sperano di trascorrere giorni spensierati - come ha fatto il premier italiano Mario Monti, ospite anche quest’anno di Silvaplana. Altri arrivano qui a bordo delle loro belle macchine [in italiano nel testo ndt] per incontrarsi con altri appassionati di auto d’epoca. L’Engadina ospita già numerosi rally, come ad esempio il British Classic Car Meeting.
L’imprenditore pubblicitario ticinese Paolo Spalluto, di origini milanesi ma ora cittadino svizzero, ha preso spunto da questo evento, quando ha pensato di organizzare un raduno di spicco per i possessori di auto italiane d’epoca. In fin dei conti gli estimatori delle auto antiche sono tutti d’accordo nel dire che non c’è altra nazione al modo che produca auto più belle e prestigiose dell’Italia. Le eleganti e veloci quattro ruote sono strettamente legate alla italianità [in italiano nel testo ndt], a quella sensibilità per la cultura tutta italiana, che è simbolo indiscusso del saper vivere. E così Spalluto ha attirato l’interesse degli appassionati di auto e degli sponsor dal mondo del lusso e del buon gusto, inaugurando lo scorso fine settimana la sua “Passione Engadina”.

Una bufala dal parcheggio
In verità il programma prevedeva la selezione, tra i molti iscritti alla Passione, di ottanta partecipanti. Tuttavia una buona metà si è tirata indietro. A smorzare gli entusiasmi sono stati gli ispettori del fisco, che hanno preso di mira i proprietari di auto di lusso a Cortina d’Ampezzo. Dopo di che, da Saint Moritz circolava voce che erano stati arrestati degli agenti della Guardia di Finanza, che avevano annotato i numeri di targa delle auto italiane parcheggiate. Abbiamo però verificato presso le autorità e la polizia cantonale che si trattava solo di una bufala.
Tuttavia è assolutamente vero che sono stati intensificati alla frontiera [svizzera] i controlli sulle auto di lusso e i loro conducenti, fino ad arrivare alla perquisizione delle borsette delle signore. Questa combinazione tra vessazioni e cattiva situazione economica in Italia, ha spinto molti habitué a rinunciare quest’anno alle loro amate ferie in Engadina. Il settore del turismo soffre per un calo di almeno un quinto dei tradizionali visitatori italiani. Osservatori parlano già anche di una diminuzione dei prezzi di certi immobili.
Quegli italiani, che tuttavia si sono messi in viaggio con la loro auto preferita, hanno tentato, anche se in maniera diversa, di riconoscere l’assoluta comprensione degli ispettori fiscali. Un imprenditore di un’azienda internazionale produttrice di pneumatici ha detto che alla fine ha dovuto comunque pagare tasse salate, perchè molti altri l’hanno scampata.
Il manager romano ci ha invitato a fare un giro con lui sulla sua Ferrari 330 GT/2. L’automobile del 1968 firmata Pininfarina emana sempre un’eleganza senza pari. E come corre, con i suoi 12 cilindri. Il pilota sprizzava felicità da tutti i pori, mentre correva con il suo purosangue su per i passi di Forno, Flüela e Albula. Facevano parte del gruppo una fila di belle Maserati e rare Alfa Romeo. Il rally è stato vinto da una rarissima Alfa 2500 SS del 1949, che si è cappottata per un piccolo incidente subito dopo aver passato il traguardo.


Il vincitore è un emigrato

Ala Giuria che doveva assegnare i premi del Concorso d’Eleganza, non è riuscito difficile decidere a chi destinare il premio per la categoria auto costruite fino al 1949 che è stato assegnato ad una Limousine Alfa Romeo 6 C2500 Turismo grigio topo. Tra le auto costruite tra il 1950 e il 1975, l’Alfa Romeo Giulia TZ dalle forme futuristiche ha dovuto inchinarsi di fronte all’eleganza sobria della Lancia Aurelia Cabriolet B24s blu scuro guidata tra l’altro da padre e figlia emigrati 15 anni fa da Milano nel Ticino. Tra le vetture di più recente costruzione è stata la Ferrari 288 GTO a portarsi a casa il riconoscimento più ambito. Il pubblico ha potuto ammirare anche la Ferrari F40 GTO di Clay Regazzoni, adattata, con i comandi al volante, alla guida per paraplegici. Il Museo Panini ha portato in concorso una rara Maserati Birdcage Pininfarina, realizzata dall’omonima casa automobilistica nel 2006. Poter ammirare queste due auto una accanto all’altra è il coronamento di un sogno per Paolo Spalluto.
Premiata da un tempo splendido, la prima edizione di Passione Engadina è stata anche intrisa di un pizzico di malinconia. La sfilata ricca di eleganza e classe ha rievocato il periodo in cui l’Italia beneficiava dell’aura di quinta potenza economica mondiale. Per esempio la Lancia, che godeva di un’ottima reputazione come casa costruttrice di auto sportive, oggi ha perso in prestigio, e il marchio è ridotto solo a un semplice autoadesivo sui modelli Chrysler. E all’Alfa Romeo resta solo la speranza di lasciare il Gruppo Fiat e atterrare tra le braccia salvatrici della VW, questa è la triste opinione dei partecipanti. Nonostante le avversità della realtà italiana odierna, l’organizzatore Paolo Spalluto e molti partecipanti hanno assicurato che Passione Engadina verrà inserita tra le manifestazioni annuali del buon gusto alpino.