Berliner Gastwirte kämpfen gegen Schutzgelderpresser
di Andreas Gandizor
Pubblicato in Germania il 23 settembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli
Ristoratori e polizia tedeschi hanno già sconfitto la mafia italiana. Gli investigatori sono però preoccupati dell’arrivo di quella locale, proveniente dalla Russia e dall’Asia.
Ristoratore aderente alla campagna antimafia di Berlino |
I ristoratori di Berlino, la polizia e l'associazione albergatori e ristoratori tedesca DEHOGA si oppongono al pizzo. In questo settore la solidarietà ha già fruttato notevoli risultati: la mafia italiana è stata duramente sconfitta, dice Bernd Finger, capo dell'Ufficio di Stato di polizia giudiziaria per la criminalità organizzata (LKA).
Finger però ammette chiaramente che esiste una "grande zona d’ombra", circoscritta soprattutto all’ambiente della gastronomia russa e asiatica. Spesso a Berlino sono residenti ristoratori che provengono da paesi in cui la fiducia nella polizia, non è molto elevata, spiega l’attuale commissario. Preferiscono pagare il pizzo, piuttosto che ricevere aiuto dagli investigatori. Finger non cita percentuali, ma gli esperti che hanno familiarità con il problema parlano di "cifre a due numeri" per le persone colpite.
"Non è possibile riuscire ad arginare il 100 per cento dei reati ", dice Finger. "Il nostro obiettivo è che nessun ristoratore venga rovinato dalla criminalità organizzata e sia costretto a chiudere il proprio esercizio." Le somme che i ricattatori esigono, secondo le informazioni di Finger, si aggirano sui 4.000-5000 euro al mese. Nei ristoranti di lusso, arrivano addirittura a [pretendere] 10.000 a 20.000 euro al mese.
"Ogni anno a Berlino arrivano 2-3 denunce contro la mafia italiana ", ha detto Finger. Complessivamente veniamo a conoscenza di almeno dieci casi all'anno, in cui le piccole e medie imprese vengono ricattate dalle organizzazioni criminali.
Mafia? No, Grazie! |
Grande successo di "Mafia? No, grazie!"Il declino delle estorsioni mafiose italiane è il risultato di un’azione congiunta che dura da anni in Germania. Nel dicembre 2007, più di 50 proprietari di esercizi della ristorazione avevano ricevuto a Berlino, una richiesta di pizzo. I mandanti erano riconducibili alla camorra italiana, l'organizzazione criminale che arriva da Napoli. Per dare maggior efficacia alle loro richieste, i ricattatori hanno dato alle fiamme un ristorante e alcune auto. Ma già nelle due settimane successive i colpevoli erano stati arrestati entrambi, e condannati a lunghe pene detentive. Il rapido successo delle indagini è stato possibile perché i ristoratori colpiti, collaborando con la LKA, si sono alleati e hanno tutti sporto denuncia.
Solo qualche mese prima,un gruppo di professionisti italiani aveva lanciato a Berlino l’iniziativa "Mafia? Nein danke!" (Mafia? No grazie!). A dare spunto all’iniziativa sono stati gli omicidi di mafia di Duisburg, in cui il 15 agosto 2007 di fronte a un ristorante italiano furono uccise sei persone vittime di una faida. La fortunata strategia dell’iniziativa viene da allora festeggiata ogni anno con un festival italiano che si svolge per strada, così come anche questo fine settimana nella Fuggerstraße di Schöneberg.
Chi cede alla mafia è una persona senza dignità |
In stretta collaborazione con l'associazione "Mafia? No, grazie!", la LKA spiega in seminari ed eventi, che sono individui diventati nel frattempo uomini d'affari e cittadini tedeschi. "Vogliamo mostrare al pubblico anche che non tutti gli italiani sono dei mafiosi", dice Angilé Fabio, uno dei fondatori dell'associazione. Il proprietario del ristorante di Kreuzberg, in sé non è mai stato vittima di un estorsione, erano soltanto sua sorella e suo zio ad essere coinvolti.
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