Primazahlen und andere Zahlenwunder
La casa editrice Mondadori a Segrate in provincia di Milano coltiva i giovani talenti. La Mondadori, oggi gruppo aziendale di livello internazionale, è la più importante casa editrice italiana. Per quanto riguarda la letteratura Antonio Franchini, direttore del programma, ha contribuito alla riorganizzazione della casa madre.
Invitante non è la parola adatta, imponente più che altro: la sede della casa editrice Mondadori rivela la firma elegante di Oscar Niemeyer. Un’alta struttura ad arco da cui pendono sospesi diversi piani di uffici, così come emerge dal lago artificiale un secondo edificio, rotondo e piatto come un’isola, che ospita la mensa ristorante dei dipendenti. Tutto intorno aree di verde – la Mondadori, la più grande casa editrice italiana, è situata nella periferia di Milano, quartiere di Segrate, cioè nelle immediate vicinanze dell’aeroporto di Linate, anche se la periferia della città si estende in realtà fin qui, e la cui struttura assomiglia più ad un parco con un castello al centro. Per i dipendenti che arrivano da Milano, c’è una navetta, il viaggio con i mezzi pubblici sarebbe un’odissea – ma il parcheggio dell’azienda, rivela che molti preferiscono venire al lavoro con la propria auto. Lavorare nel quartier generale del Gruppo Mondadori, è in qualche modo un privilegio.
Attualmente possono dirsi fortunate 1700 persone, meno rispetto ai bei tempi. Come dice Antonio Franchini: anche la Mondadori risente della crisi. Anche se il settore delle vendite dei libri nel corso dell’ultimo decennio, a differenza di altri settori (giornali, pubblicità) ha avuto nuovamente una ripresa: dal ruolo di Cenerentola in cui era caduto all’interno di pochi grandi gruppi editoriali, il libro è diventato la forza trainante. Responsabile di tutto ciò, oltre ad altri fattori, è l’impegno con cui Franchini promuove la produzione nazionale fin dalla sua nascita qui a Segrate. Sugli scaffali stipati di libri che circondano il suo ufficio open space una targa testimonia che ha alle spalle 20 anni lavoro come dipendente. Oggi è il direttore del principale programma di vendita della testata Mondadori: “Direttore di narrativa italiana e straniera”, questa la carica ufficiale del capo redattore. La parola “narrativa” amplia il concetto sintetico di letteratura aprendosi al concetto di intrattenimento di tendenza, spiega.
Roberto Saviano e Paolo Giordano
Alle scoperte editoriali di Franchini appartengono l’avvincente racconto saggio sulla Camorra di Roberto Saviano “Gomorra” e il sorprendente romanzo d’esordio di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”. Entrambi i titoli hanno ottenuto lo status di Megasellers, come vengono chiamate le pubblicazioni che vendono oltre un milione e mezzo di copie – un best seller vende in media circa 100’000 copie – ed entrambi sono stati portati sul grande schermo. Nessuno aveva previsto che il viaggio romanzato di Saviano nel territorio tabù del mondo della criminalità organizzata avrebbe trovato risonanza in tutto il mondo; stupisce ancor più il fatto che il libro sia stato pubblicato durante il governo Berlusconi, anche se è avvenuto soprattutto all’estero, specifica Franchini. L’idea di un Berlusconi da censurare non era in particolare un fenomeno italiano. In ultima analisi, il mercato dei libri è un mercato come tutti gli altri. Gli affari sono affari.
Roberto Saviano lo ha scoperto lui, napoletano e lui stesso autore di libri sulla mafia, grazie ad una collaboratrice che gli ha segnalato il blog di Saviano. Paolo Giordano al contrario, lo ha scoperto attraverso una rivista letteraria; prese contatti direttamente con lo studente di fisica di Torino, che gli inviò un manoscritto che dopo aver letto una cinquantina di pagine decise di pubblicare. Il titolo, che faceva presagire il successo del romanzo, Franchini lo prende dal testo, in cui lo stato d’animo dei giovani protagonisti rispecchia la “solitudine dei numeri primi”. “Un buon libro contiene in sè il titolo”, dice Franchini. All’inizio della sua carriera durante un master di marketing ha imparato quello che a volte manca agli autori: senza titoli di grande richiamo i libri non vendono’. In questo caso, il titolo originale contiene anche la traduzione. Il libro, per il quale Giordano ha ottenuto il Premio Strega, è stato venduto in 26 paesi. Un esordio sensazionale.
Come sia la vita di Saviano a partire dal suo primo successo letterario tutti lo sanno: minacce di morte, guardie del corpo – ma anche partecipazioni a festival, in televisione e persino in occasione di Occupy Wall Street. E Giordano? Si è laureato, e ora si dedica interamente a scrivere. Presto sarà pubblicato il secondo libro di Giordano attesissimo dai suoi fans, e anche qui Franchini si mostra pragmatico: non si deve abusare della pazienza dei lettori, altrimenti un autore viene dimenticato in fretta. Tra i compiti dei consulenti editoriali, dice il talent scout e “cult editor” come è più noto Franchini, vi è quindi la cura del contatto con gli autori. Poiché mentre da un lato, le case editrici – tutte quante – sono andate in cerca di profitti, dall’altro, gli scrittori sono diventati sempre più esigenti. Spesso ottengono un vero e proprio coaching. Però, siamo tutti diversi per cui è necessario avere la giusta sensibilità.
Scrittura creativa
Del resto lo spirito competitivo domina all’interno del gruppo editoriale – anche se in Italia non tutti se ne accorgono – anche con la casa editrice Einaudi, nota soprattutto per le sue pubblicazioni di sinistra sin dai tempi della resistenza. Per Einaudi si potrebbe parlare dal punto di vista storico, di una “coerenza” o un “segno distintivo”; al contrario la Mondadori sin dalla sua fondazione nel 1907 è una casa editrice che ha sempre mirato ad ampliare di più il suo pubblico di lettori, spiega Franchini. La gamma è davvero ampia, dalla classica pubblicazione delle riviste “I meridiani” fino alla collana “Omnibus” composta da scrittori di successo internazionale come John Grisham e Ken Follett. La terra di mezzo però è occupata da autori italiani che nel nuovo millennio sono riusciti ad emergere nelle classifiche dei best sellers dominate in passato soprattutto da nomi stranieri: Margaret Mazzantini, Antonio Piperno, Antonio Pennacchi. Di tutti e tre sono state pubblicate le traduzioni in tedesco delle loro opere. Che cosa ha causato l’incremento? Certo anche i corsi di scrittura, entrati in voga una ventina di anni fa. Oltre alla scuola professionale Holden a Torino di Alessandro Baricco che insegna la “scrittura creativa” esiste una vasta gamma di offerte per le persone che scrivono per hobby, oppure per imparare a scrivere lettere di buon gusto o tenere un diario, o per imparare a leggere correttamente. Ecco che tali corsi stimolano l’interesse verso i libri. Non da ultimo sono nati forum di scambio per scrittori, proprio come una volta esistevano i caffè letterari, e Franchini lo sa bene, avendoli frequentati per anni, soprattutto in qualità di docente.
Chi non sfonda come scrittore può guadagnare denaro con l’insegnamento e restare nel campo della letteratura. Oppure può guadagnarsi la pagnotta come l’autore della Mondadori Fabio Genovesi con traduzioni o copioni di film. Il romanzo di Genovesi “Esche vive”, un panorama della provincia e della banale quotidianità dell’entroterra toscano, è stato pubblicato anche qui in Germania nel mese di marzo, mentre nelle librerie in Italia, attualmente c’è ancora il romanzo “Versilia Rock City”. Cioè è arrivato prima il secondo romanzo e poi quello del debutto. Franchini deve affrontare anche questo tipo di decisioni. Da un lato sfrutta il mercato alla continua ricerca delle novità. Dall’altro dà un attimo di respiro all’autore. Per scrivere ci vuole tempo, anche in tempi di competizione frenetica.
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