26 agosto, 2012

Napoli vittima sacrificale: all’ombra della Camorra





Moloch Neapel: im Schatten der camorra

Pubblicato in Germania il 20 agosto 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'Estero

Napoli è molto più della sua fama: chi si limita a collegare la malavita organizzata e la spazzatura alla città portuale italiana, commette un errore. Nel suo centro storico ci attendono arte e cultura e fuori Napoli i pescatori di Capri




Napoli non è una città vetrina, tuttavia resta una delle più interessanti metropoli del paese. Se messa a confronto con Venezia, Milano o Roma, la città viene considerata più una vittima sacrificale, ricordata piuttosto per la Camorra e le montagne di rifiuti, che per la sua cultura e il suo patrimonio artistico, di cui è tuttavia ricchissima. Inoltre la metropoli alle falde del Vesuvio è punto di partenza ideale per escursioni nei dintorni.
Per esempio a Pozzuoli, appena fuori Napoli, c’è l’Anfiteatro Maggiore, con un diametro di quasi 150 metri, uno dei più grandi e antichi d’Italia. Nel periodo del suo massimo splendore – quando “panem et circenses” erano la vita quotidiana – potevano assistere agli spettacoli fino a 45.000 spettatori.
Secondo la leggenda è in questo anfiteatro che San Gennaro fu risparmiato dai leoni per poi morire lapidato. I napoletani devoti sono convinti, che quello conservato come reliquia nel Duomo della città sia il sangue del martire e vescovo di Napoli.
Vale la pena anche fare un giro a Napoli città. Il centro storico della metropoli campana nel 1995 è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Di conseguenza nella città ci sono diversi luoghi degni di essere visitati: la metropoli è ricca di castelli e palazzi, chiese e conventi. Tuttavia il degrado regna sovrano: su molte facciate fatiscenti si sgretola l’intonaco, in periferia si ammassano squallidi quartieri sormontati da grattacieli e molti napoletani guadagnano molto meno dei loro compatrioti del ricco nord.
Passeggiando per le strade di Napoli, non viene in mente che c’è il Vesuvio, un vulcano, e nemmeno quanto questo potrebbe diventare pericoloso. Soprattutto nelle giornate limpide, lo si vede all’orizzonte, stagliarsi contro il cielo azzurro. Non è più così imponente come un tempo: prima della sua devastante eruzione nel 79 d. C. era due volte più elevato.



Venti impetuosi sul Vesuvio

Per molti turisti è d’obbligo una gita sul cratere. La maggior parte di loro arriva nel Parco Nazionale del Vesuvio con i pullman o in auto. Già arrivando dall’autostrada si possono scorgere gli enormi ammassi di lava nera, scagliati dall’antica esplosione. Percorrendo i vari tornanti del parco si arriva fino a quota mille dove c’è il tempo per volgere uno sguardo al panorama, caratterizzato dai resti della più recente eruzione avvenuta nel 1944, anche se la lava è ora ricoperta di muschi, licheni e cespugli di ginestre.
Gli autoveicoli e i pullman non possono proseguire oltre - dal parcheggio si prosegue a piedi fino al cratere, a solo 200 metri più su. Ma la salita è faticosa. Chi volge il proprio sguardo sul luccicante blu del Mediterraneo, non si immagina certo, quanto lassù in cima possa essere freddo e ventoso.
In autunno il vento sul Vesuvio soffia così impetuoso, che si fa fatica a contrastarlo e a restare in piedi. Sono consigliabili abiti impermeabili e scarpe solide, anche se gruppi di ragazzi muniti di un allegro entusiasmo si spingono fin sul cratere in pantaloncini. Una volta in cima, l’umore cambia.
Nella zona vesuviana vivono oggi circa tre milioni di persone. L’idea, tutt’altro che impossibile, che il vulcano quiescente possa esplodere di nuovo una volta o l’altra, sembra non scatenare alcun panico. A Pompei sono chiaramente evidenti le conseguenze di una esplosione. Il sito archeologico oggi è una delle principali mete turistiche del Golfo di Napoli.


Pompei è viva

Ogni anno giungono qui milioni di visitatori da ogni parte del mondo. Numerosissimi autobus arrivano fino all’ingresso della città antica, da cui schiere di turisti a frotte defluiscono per riversarsi nei negozi di souvenir e nelle bancarelle di paccottiglia varia. Poco distante si trovano nel Foro, il cuore della città e piazza principale del mercato di un tempo con i resti della Curia, il municipio, e del tempio dedicato al dio romano Giove.
Oggi Pompei è viva come allora, prima della catastrofe: migliaia di persone passeggiano tra colonne ed affreschi, nelle antiche agenzie di cambio, nelle terme e nei bagni pubblici, in cui si possono ancora riconoscere il Frigidarium, la sala adibita a spogliatoio e la palestra. E nelle lussuose ville: la “Casa del Fauno danzante” con la sua superficie di 3000 metri quadri è la più ampia di tutte.
Camminare per le strade di una città che fu distrutta quasi 200 anni fa e poi per lungo tempo rimasta nel dimenticatoio, è una sensazione insolita. Diversamente da quanto molti credono, non affondò nella lava, ma fu sepolta da una pioggia di cenere, sabbia e pomice che il Vesuvio riversò nell’aria per tre giorni e tre notti. In alcune zone lo spessore della cenere era spesso dieci metri, per questo Pompei sparì.
Al tempo dell’impero romano Pompei era un’importante città commerciale abitata da circa 20.000 persone. “Qui arrivavano mercanti da tutto il Mediterraneo” racconta la guida Anna Sorrentino attraversando le antiche strade. Dalla città venivano esportati cereali, vino e olio d’oliva.
Un po’ più avanti si possono ammirare i resti di un panificio: una fornace fatta di mattoni e quattro molini per cereali, un tempo azionati a mano dagli schiavi. “Gli archeologici vi hanno anche scoperto 81 pezzi di pane carbonizzato” dice Anna. “Pompei aveva complessivamente 35 panifici”.



Capri sogno italiano di ogni turista

Classica gita di un giorno nel Golfo di Napoli è una scappata nella famosissima località isolana di Capri. Il cielo qui è sempre blu come il Mar Mediterraneo, anche in autunno. Già durante il viaggio in traghetto appare evidente perchè Capri sia stata considerata una meta da sogno italiana già nel 1800. Napoli è in breve scomparsa e l’isola è un mondo a se, in cui a fatica si possono immaginare mucchi di spazzatura e la mafia.
Anzi: chi arriva con la Funicolare alla Piazzetta posta a circa 150 metri più in alto, ha l’impressione che qui tutto sia elegante e sofisticato. Alcuni turisti si dirigono poche centinaia di metri più in là verso le strade circostanti. Ma Capri ha anche un volto completamente diverso, che si può meglio scoprire con una passeggiata attraverso l’isola. Una località degna di essere visitata sono i Giardini di Augusto da cui si può godere di un’affascinante vista sul mare e sui Faraglioni, formazioni rocciose appuntite al largo della costa, tipiche di Capri.
“Quando a Capri il sole rosso si tuffa nel mare e la pallida falce di luna scintilla nel cielo” così recita “Pescatori di Capri”, una famosa canzone tedesca degli anni ‘40 -’50, la maggior parte dei turisti è già scomparsa. Chi ha tempo e mezzi, dovrebbe pernottare qui e godere dei momenti di tranquillità di un autunno nel Golfo di Napoli

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