24 agosto, 2012

L’Italia nella crisi dell’euro: Ecco come il professor Monti è diventato un provocatore

Warum Professore Monti zum Provokateur wird

di Tobias Bayer
Pubblicato in Germania il 10 agosto 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

Mario Monti presiede un team di esperti che ha il compito di tirare il paese fuori dal caos in cui l’ha fatto precipitare Berlusconi. Ultimamente però sembra più rivestire il ruolo del famoso Dr. Jeckyll e Mr. Hyde – con lo scopo di far rigare dritto Roma e anche Berlino.

Cortese, sorprendentemente sobrio e serio per lo standard italiano in materia – il mondo conosce così Mario Monti. Quando l’ex commissario europeo, 69 anni di età, diventato primo ministro lo scorso novembre, ha intenzione di fare una battuta, questa è assolutamente asettica. Silvio Berlusconi dichiara di essere in grado di staccare la spina al governo Monti in qualsiasi momento. Monti risponde: “Noi non siamo certo un elettrodomestico”.
Eppure in questa settimana si stenta a riconoscere Monti. Per ben due volte di fila è riuscito a inimicarsi prima la politica tedesca e poi quella italiana. Monti ha dichiarato al settimanale tedesco “Der Spiegel” che ogni governo ha “il dovere di educare il parlamento”. I parlamentari tedeschi hanno reagito in maniera piuttosto seccata. In un’intervista con il “Wall Street Journal” [il premier italiano] si scaglia contro il suo predecessore Berlusconi. Se quest’ultimo fosse ancora al governo, il differenziale sul tasso di interesse dei titoli di stato italiani nei confronti di quelli tedeschi sarebbe di 1200, e non gli attuali 450. Il Popolo della Libertà, partito di Berlusconi è insorto. Monti si è affrettato a scusarsi telefonicamente con il Cavaliere. Era stato frainteso.

Tutto solo un malinteso, solo una dichiarazione avventata? Sembra davvero improbabile. Monti appare deluso dopo nove mesi di incarico e infastidito da una attività politica che si oppone sempre più spesso alle sue riforme e alle sue idee. Il professore di economia è riuscito a fare molto. Ha fatto approvare un pacchetto di misure volte a diminuire la spesa pubblica, ha liberalizzato le professioni, innalzato l’età pensionabile – eppure viene giudicato solo per un unico dato di riferimento, lo spread, che tra l’altro resta alto. Non è da escludere che l’Italia debba ricorrere all’aiuto del fondo salvastati europeo. Monti non dà la colpa a se stesso, quanto piuttosto alla politica dei partiti, sia a Berlino che a Roma, e non accetta più di restare in silenzio.
L’allontanamento di Monti dal suo paese è scoppiato per la prima volta nel mese di luglio, quando è intervenuto in videoconferenza all’incontro con l’Associazione delle Casse di Risparmio, che si è tenuto in Sicilia. Il Premier ha ammesso qui per la prima volta di aver perso il sostegno dei “poteri forti”del paese. In precedenza aveva a lungo sostenuto una battaglia per la riforma del mercato del lavoro, attaccata da destra e sinistra e soggetta a più riprese da emendamenti. Grossa la sua delusione quando ha letto un articolo di fondo del suo collaboratore al governo Francesco Gavazzi, pubblicata dal Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano, in cui viene criticato per la sua politica fallimentare. Il suo gabinetto ha rotto con i tabù, si è giustificato Monti alla conferenza dell’ACRI.

Un mese dopo se la cava meglio. Questa volta alla riunione annuale dell’ABI. Monti si scaglia contro il sistema incancrenito delle associazioni imprenditorali e sindacali che impediscono una svolta verso il futuro. La causa di ogni male sono questi intrecci di interessi. Si discosta dal discorso preparato in precedenza e parla a braccio. Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria e Susanna Camusso leader della CGIL non credono alle loro orecchie.
Anche la Germania ha ha avuto la sua parte con il premier italiano. La cancelliera Angela Merkel è eccessivamente impensierita dalle prossime elezioni in Germania. Monti è convinto che per salvare l’Italia occorre prima mettere al sicuro l’euro zona. Nel memorabile summit tra i vertici degli stati dell’UE nella notte tra il 28 e il 29 giugno, gioca il tutto per tutto. Sarà lui ad interrompere ogni accordo, fintanto che non verranno ridotti i tassi di interesse di Spagna e Italia.
“Questo non è una mossa utile, Mario” avrebbe dichiarato la Merkel. “Lo so” la risposta di Monti. Alla fine si è giunti ad un compromesso, che aiuterà in primo luogo la Spagna. I giornali però parlano di una vittoria italiana, la seconda dopo il trionfo calcistico nella semifinale del campionato Europeo di calcio. Monti è il suo staff vanno in ferie. Dopo di che vogliono ricavare 1900 miliardi di euro con la vendita del patrimonio immobiliare statale, per sanare parte del debito pubblico. “Sarà un autunno caldo” dice il ministro del Welfare Elsa Formero. Monti si farà sentire ancora.

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