01 marzo, 2012

La lotta continua

Vieni via con me

di Peter von Becker
Traduzione di Claudia Marruccelli

Conversazione sull’Italia e la mafia: Roberto Saviano non rinuncia alla lotta
 
Immaginiamo per un momento: una partita di Champions League tra Bayern München e il Real Madrid, contemporaneamente va in onda “Dschungelcamp” [Reality show in onda sul canale televisivo tedesco RTL, una specie di “Isola dei famosi” ndt], ma il vincitore degli ascolti televisivi in prima serata è un giovane scrittore, che su Arte e 3sat  parla per esempio di vicende che riguardano la Germania, della cellula criminale neonazista in Turingia, l’ufficio federale per la salvaguardia della costituzione o gli intrallazzi economici di un presidente della repubblica. Sarebbe proprio un brutto scherzo, ma simpatico. Eppure qualcosa di simile, ma in maniera più spettacolare, è accaduto, anche se non da noi.
A volte verrebbe da credere che quasi tutta l’Italia sia rimasta in silenzio [ad osservare] dieci anni e mezzo  di cattivo gusto, propaganda e imbecillità volgari soprattutto diffuse dalle emittenti televisive Mediaset di Berlusconi.
Ma poi, ancora nell’epoca berlusconiana, ecco che arriva il giornalista e scrittore napoletano Roberto Saviano, reso famoso dal suo libro Gomorra e perseguitato dalla camorra per cui è costretto in Italia a vivere sotto scorta, che lotta per una trasmissione televisiva.


Qualche volta abbiamo visto Saviano alla televisione in terza serata/la sera tardi. Però ora appare su Rai 3, in una trasmissione dal titolo “Vieni via con me”, a volte da solo, a volte in compagnia di uno o due ospiti, che parla semplicemente del presente e del passato italiano, di politica, di sconvolgimenti sociali e della criminalità organizzata, e dell’influenza della mafia. La preparazione della trasmissione però è stata ostacolata, il già ridotto finanziamento è stato ulteriormente tagliato, l’autore Saviano è stato calunniato, anche dall’ex ministro degli interni, che prontamente minaccia di far chiudere il programma (anche se poco dopo si scusa).
Quando viene trasmessa la prima puntata di “Vieni via con me” nel novembre del 2010, andavano in onda sui principali canali televisivi della concorrenza, la partita di Champions League Inter - Barcellona e “Il Grande Fratello”. Ma Roberto Saviano ottiene uno share di ascolti di undici milioni di telespettatori, circa un quinto dell’intera popolazione, che possiamo per lo meno paragonare alla stessa popolarità di cui gode la finale di “Wetten das …?” condotto da Thomas Gottschalks  [corrispondente all’italiana “Scommettiamo che?” ndt] e allora non c’era in contemporanea la partita di Champions League.

Thomas Gottschalk a Wetten dass ...?
Ora Roberto Saviano racconta  in una prefazione di circa 30 pagine, che ha scritto lui stesso per “Der Kampf geht weiter” l’edizione tedesca del bestseller “Vieni via con me”, i retroscena della sua trasmissione. “Spesso penso che un racconto è come un virus, può contagiare”, questo è il suo Credo e allo stesso tempo il segreto del suo enorme successo. Talvolta Saviano fa la sua comparsa, nonostante le minacce di morte della mafia, anche in teatro, come nell’autunno del 2010 presso il teatro nazionale di Berlino. In scena al massimo una sedia e niente altro, di tanto in tanto alcune diapositive o brevi filmati sullo sfondo, non gli serve altro a questo piccolo pallido uomo oggi 31enne. I suoi occhi scintillano bruni, ma i racconti, le testimonianze, i documenti sono chiari, limpidi, decisivi. Come i testi su cui si basano e che ora sono raccolti in un nuovo libro in forma di dialogo.

Inoltre Saviano affronta in maniera esplicita anche l’argomento Germania e Europa. Egli continua a far presente che le organizzazioni mafiose italiane operano da tempo su scala internazionale, cosa che le autorità tedesche o anche solo i clienti di alcune pizzerie dimenticano volentieri. Nonostante i sei morti a Duisburg nel 2007, hanno continuato a sottovalutare soprattutto il potere della ‘Ndrangheta calabrese. Non solo, Saviano considera i calabresi, che per esempio si sono fortemente infiltrati a livello internazionale nelle miliardarie imprese edilizie per l’Expo di Milano nel 2015, in maniera ancora più efficace rispetto alla siciliana Cosa Nostra o alla Camorra campana di Napoli. Tutte e tre le organizzazioni criminali mafiose approfittano certamente della crisi finanziaria, aiutando in svariati modi stati e banche in crisi per mancanza di liquidità grazie alle centinaia di miliardi di investimenti di denaro sporco. Ecco che in questo modo il riciclaggio di danaro sporco viene ufficializzato.
Roberto saviano a Vieni via con me
Parlando di Milano, capitale economica italiana, questa è anche capoluogo della Lega Nord, da anni partito di coalizione di Berlusconi. E suona certo macabro, il modo palese con cui Gianfranco Miglio, uno dei padri fondatori del combattivo partito federale secessionista, parla del sud e del significato economico della mafia. Secondo Saviano, che cita gli atti segreti processuali  delle indagini giudiziarie del 2009, il leghista avrebbe già dieci anni fa denunciato una specie di democrazia pilotata, nel sud Italia, da un “comandante”, con la collaborazione della ‘Ndrangheta. Dice Miglio: “Il sud non dovrebbe essere ridotto a modello europeo. Esiste anche una bella forma di clientelismo, che produce crescita economica”. Qui si inserisce il trascinante e autoritario capitalismo della Cina che da anni la fa da padrone nell’economia sommersa italiana e per esempio domina lo scalo merci nel porto di Napoli e parte dell’industria tessile.

Anche se una seconda edizione della pubblicazione in lingua tedesca dovrebbe tener conto del cambio di governo tra Berlusconi e Monti, i racconti e i saggi di Saviano sono sempre un esempio per il giornalismo politico, le impressioni e le interpretazioni anche di frammenti, che restano solitamente in ombra, delineano un quadro temporale dell’Italia e dell’Europa.

Partecipanti a Dschungelkamp


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