14 marzo, 2012

Europeo dell'anno: Mario Monti

Il santo professore

di Paul Kreiner
Traduzione di Claudia Marruccelli

Niente scandali, nessun pettegolezzo, neanche un accesso d’ira. Nella politica di Roma all’improvviso è cambiato tutto. Il Premier Mario Monti, "Europeo dell'anno" è considerato in Italia una specie di icona vivente. Chi è questo uomo dei miracoli?


Vi è un episodio che riguarda Mario Monti, che è rimasto impresso nella memoria di molti osservatori. Era il 17  novembre scorso, il Neopremier era fresco di nomina, e, il contrasto con l’ex primo ministro, Silvio Berlusconi dimessosi cinque giorni prima, colpiva in maniera davvero sorprendente.
Mario Monti aveva appena presentato al Senato il suo programma di emergenza per salvare un'Italia sull'orlo del precipizio, e poi aveva ascoltato la replica dei  parlamentari, durata ben nove ore. Un intervento dopo l'altro. Seduto composto sulla poltrona, senza appoggiarsi [allo schienale], senza accavallare mai neppure le gambe, Monti ascoltava, prendeva appunti – da buon professore - su un quadernone da scuola.
Berlusconi, che comunque veniva in parlamento malvolentieri, avrebbe iniziato a sbadigliare dopo solo una mezz’ora. Poi avrebbe raccontato qualche barzelletta ai vicini di banco, avrebbe scritto bigliettini a qualche amico di partito, qualche letterina galante alle amiche, e dopo al massimo tre quarti d'ora - in queste cose era prevedibile - si sarebbe addormentato.

Il "Bello addormentato"
Monti non è nulla di tutto questo. Non si è concesso alcuna distrazione. Non ha mangiato nemmeno una caramella. E quando alle 17,40 - l’istante è assolutamente registrato - alla fine si è fatto portare un bicchiere di acqua, un mormorio di sollievo ha attraversato la sala: ma allora è un uomo come noi, in un modo o nell’altro. Il "Rigor Monti", [il soprannome] che i giornalisti italiani hanno già affibbiato al Primo Ministro, con un ironico gioco  di parole al limite tra latino e italiano, tra politica e medicina, non era però una  minaccia finale: "Rigor Monti" - potrebbe stare a significare "la severità di Monti", ma anche essere un’ allusione al "rigor mortis", la rigidità cadaverica.

Questo avveniva tre mesi fa; in questo “rigoroso” trimestre la politica italiana è cambiata, come se fosse passata un’intera legislatura. Mario Monti si è addossato un paese malato e un’Europa in pericolo di essere contagiata - e ha dimostrato un'energia, che mai ci si sarebbe aspettati da un 68enne, dopo i suoi ultimi anni trascorsi relativamente tranquilli da docente di economia e rettore della Università "Bocconi" di Milano. "Forse", dice una persona dell’entourage di Monti, "ha solo atteso che arrivasse il suo momento. Ora ci siamo e con coscienza compie il suo dovere non al 99, ma al 100 per cento ".
Che Mario Monti, non ami i compromessi, lo ha dimostrato nei suoi dieci anni da Commissario UE per il mercato interno e la libera concorrenza. "Proprio come tutore della concorrenza", dice un esperto da Bruxelles, "inevitabilmente pesti i piedi a qualcuno." Monti non aveva paura degli di pezzi grossi - come la Microsoft, a cui appioppò una multa di 497,5 milioni di euro per sfruttamento abusivo di posizione dominante sul mercato, o come le  General Electric e Honeywell, a cui impedì una mega fusione già autorizzata negli Stati Uniti. E con il governo federale tedesco, Monti ha avuto contrasti per anni, perché considerava lo status privilegiato delle banche statali incompatibile con il principio della libera concorrenza.


La vittoria ai punti è andata a Monti - o per meglio dire all’ Europa. "Gli anni trascorsi a Bruxelles", ha detto una volta, "sono stati duri, ma mi hanno dato grande soddisfazione." E ha aggiunto: "Una volta, alla fine di alcuni negoziati estenuanti, quando non era riuscito ad accontentare i tedeschi, il Cancelliere Schroeder mi ha chiesto:, 'Lei ha studiato dai gesuiti? Sì? Ecco perché: Essi parlano, ragionano, e discutono, senza mai ammettere nulla '".
L'aneddoto con i gesuiti è stata una delle poche occasioni in cui Monti ha concesso uno sguardo nella sua storia personale, nella sua vita privata. Quando aveva ancora il suo cane e tempo per quelle  lunghe passeggiate che oggi gli mancano così tanto, non ha mai lontanamente fatto trapelare ai reporter neanche il nome dell’animale.
Beh, di Monti si conoscono i dati biografici, sappiamo che è nato il 10 Marzo 1943 a Varese in Lombardia, al confine con la Svizzera, e conserva lo stretto accento della sua regione anche quando parla in inglese e in francese, lingue che il Professore padroneggia come pochi politici italiani. Monti è figlio di un direttore di banca, discreto, un uomo laborioso della cosiddetta nobiltà lombarda, colto, educato, quasi un sobrio britannico, dal tipico umorismo. Nel suo ambiente di lavoro non si usa dare del “TU”, niente cameratismo.

Del resto i giornalisti di Bruxelles non invidiano a nessuno il compito, di delineare un ritratto di Monti. "Per noi era un uomo qualunque", dice un collega di lunga data dell'Unione europea, "Monti ha lavorato, in maniera concreta, autentica, senza scatenare tanto clamore. Ancora una volta a differenza di altri commissari, non ha mai fatto pressioni sui media. Qualche scandaluccio? Mai. Non ci sono pettegolezzi in circolazione su di lui , nessun scatto d'ira. Niente. "
La pace, la serenità con cui Monti ha guidato il suo paese negli ultimi tre mesi attraverso la crisi, appare a molti a Roma già quasi sinistra. Ma ci sono collaboratori di lunga data di Monti, che giurano di non averlo mai visto nervoso o arrabbiato. "Si allarma di continuo, se le cose non vanno come dice lui," ribatte un docente della Bocconi: "Solo che non lo dimostrerebbe mai, ne’ batterebbe mai il pugno sul tavolo. Bisogna conoscerlo davvero a fondo, per accorgersi quando ribolle dentro. "
Monti è un perfezionista. E come si comporta con i suoi collaboratori? "Beh  paziente, non direi", riferisce una signora a lui vicina: "O meglio. Ha molta fiducia nei suoi uomini. Li lascia lavorare [in pace], non controlla di continuo. Se le cose vanno bene, solo che ... ". E il docente universitario aggiunge, con il suo esempio Monti è sempre riuscito a motivare i suoi dipendenti a svolgere il proprio compito in maniera impeccabile: " Bisogna fare i salti mortali per accontentarlo sul lavoro".

Il premier prende appunti
La sua portavoce in particolare non saprebbe dire quando l’indaffarato Monti si concede una pausa: “Dato che abita proprio a Palazzo Chigi”, cioè nella residenza ufficiale del Governo italiano, che Berlusconi aveva criticato definendola poco accogliente, lavorando anche fino a notte inoltrata nel suo ufficio. "Allo stesso tempo Monti sembra avere il dono dell’ubiquità: a Bruxelles, Parigi, Berlino, a Tripoli, in Parlamento, in televisione. Quest’uomo un tempo schivo nei confronti del pubblico oggi è costretto alla ribalta. "Una volta, una sola volta," ha detto una portavoce, "mentre eravamo in volo di ritorno da Londra, mi ha detto, 'Sono stanco'".
Che cosa spinge Mario Monti? Essendo noto e rispettato a livello mondiale, sia negli ambienti governativi ed europei che in quelli universitari, il professore con i suoi ottimi agganci potrebbe tranquillamente dedicarsi ai suoi incarichi di studio, continuando a  scrivere saggi ed editoriali e rilasciare interviste sulla crisi mondiale. Poteva rifiutare l’incarico politico, come già aveva fatto un paio di volte, quando capi di governo tra cui Carlo Azeglio Ciampi e Silvio Berlusconi lo volevano come ministro. Poteva fare il nonno dei suoi quattro nipoti, per i quali adesso ha ancora meno tempo di quello che aveva per i suoi figlioli. Monti, padre di famiglia, non ama i salotti e le feste,  e ha sempre tenuto con riluttanza i discorsi ai pranzi ufficiali in occasione degli incontri interministeriali preferendo cenare la sera con la moglie - perché sconvolge così la sua vita? Perché si accolla gli enormi sforzi per risanare l'Italia – è questo quello che gli preme – e quindi salvare l'Europa?

"Fare carriera non lo ha mai interessato", dicono le persone che lo conoscono, "Monti è pratico e mira ai risultati. Quando recentemente ha assunto l’incarico, è stato perché è profondamente convinto di farcela. "E’ per un grande senso del dovere, dicono. Ma non un’etica cristiana, anche se Monti è un cattolico devoto e praticante; tiene volutamente separate fede e politica. Piuttosto, è in lui evidente un amor proprio per l'Italia. Egli vuole, Monti stesso dice: "che si riprenda a parlare di questo paese con la dignità che merita".
Questo spiega le apparizioni televisive di Mario Monti con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che solo quattro mesi fa ridacchiavano, quando nel rispondere a delle domande, hanno dato la loro valutazione sulle capacità di riforma dell’Italia dell’allora presidente del Consiglio. La stessa Europa colma di lodi le attuali riforme. "Ottimo lavoro" sta facendo Monti. La Francia lo ha nominato "Europeo dell’anno"; a Londra, gli studenti fanno carte false per assistere ad una conferenza di questo nuovo famoso professore; Miguel Angel Gurria, Segretario Generale dell'OCSE parla dell’"uomo giusto al momento giusto e nel posto giusto". 

L'attuale governo di tecnici in carica
" Monti va troppo in tv, " fanno notare seccati i capi di partito in Italia, che si vedono portare via , i posti da protagonisti. E si rendono conto che questo signore che parla pacatamente, vestito in maniera poco appariscente di grigio chiaro o blu scuro,  senza capacità da grande comunicatore e in realtà poco avvezzo agli schermi televisivi, nel corso di una serata, ha fatto persino registrare un aumento del numero dei telespettatori, quando con i toni asciutti di un professore ha spiegato la situazione in Italia e il conseguente dovere di fare sacrifici. E Monti stesso è sorpreso, secondo il quotidiano britannico "Economist", che la sua gente " alla fine avesse celatamente desiderato finalmente un governo noioso", "che tenta – con un linguaggio epurato del gergo politico – di dirgli la verità".
E così il professore non promette nulla. "Esita sempre prima di fare una promessa", dice il suo collega presso l'Università Bocconi, "perché teme sempre, di non poterle mantenere." Monti ha spiegato e rispiegato. E sta facendo quello che tutti i politici hanno trascurato di fare in Italia: dare al suo paese una meta. Certo, dice, da quando ha assunto la carica e sono stati varati i decreti del bilancio, gli interessi bancari in Italia sono calati, ma ancora non basta  - e, soprattutto, se i cittadini da molto tempo, non hanno visto i risultati nelle proprie tasche, allora dovrebbero certo sapere, che tutto questo è necessario proprio indispensabile,  "per assicurare alle giovani generazioni e a quelle che verranno un’Italia degna di essere vissuta”.

Ma perchè Monti é  entrato in politica solo ora? "Perché la situazione è cambiata radicalmente", dicono quelli che lo conoscono. Il professore non ha mai voluto assecondare un partito, non ha mai voluto farsi coinvolgere nei battibecchi politici di oggi - cosa che lo distingue dal fallimento della "sinistra" di Romano Prodi. Tuttavia non si è lasciato sfuggire l'invito del Presidente di guidare un governo di tecnici al di fuori della politica: cosa che gli ha offerto la possibilità di portare avanti quelle riforme che sarebbero state impossibili da realizzare nella disputa ideologica o facendo l’occhiolino a nuove elezioni.
Come mai i partiti parlamentari - gli stessi da sempre - notano con loro disappunto, che il  preteso “tecnico” risulta persino superiore a loro nella gestione politica. Monti, ora lo si legge anche negli editoriali, sa esattamente come deve dosare la carota ed il bastone: ad un aumento delle imposte è seguito un improvviso smantellamento della burocrazia - e gli italiani, da sempre arrabbiati  con l’ amministrazione pubblica che obbliga tutti a sacrificare l’intera mattinata per ottenere un certificato di nascita o di di matrimonio, ha reagito subito con cinque punti percentuali  in più di popolarità.

Atrio dell'Università Bocconi a Milano
Anche se già "tecnocrate", Monti però lo è diventato anche  in un altro senso: lui che non ha tempo per gli hobby,  ha recentemente scoperto la navigazione su Internet. Segue i Forum di discussione politica, e laddove naturalmente si tratta anche di commenti alla sua politica, è  sorprendentemente bene informato e  sempre aggiornato, si dice a Palazzo Chigi.
La proverbiale modestia di Monti del resto ha radici profonde. Tempo fa ad un giornalista venne fuori la parola "professore", e replicando alle sue scuse, perché in realtà dovrebbe dovuto chiamarlo "presidente del consiglio", Monti rispose quasi compiaciuto, "Può chiamarmi tranquillamente professore. Sa, i presidenti del consiglio vanno e vengono, i professori restano."



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