Ecco come la mafia, fa soldi con i treni ad alta velocità
di Nina Merli
Traduzione di Claudia Marruccelli
Per  anni, gli attivisti ambientalisti hanno protestato contro la  costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione. L’esperto di  mafia e scrittore Roberto Saviano ci spiega quali sono gli ulteriori  pericoli che il progetto comporta.
I  primi di marzo gli attivisti ambientalisti italiani si sono nuovamente  scontrati  con gli agenti di polizia. In tutta Italia sono  rimastiparalizzati tratti autostradali, hanno occupato stazioni  ferroviarie e bloccato statali. Causa delle proteste a livello nazionale  è stato - ancora una volta - il progetto di costruzione della linea  ferroviaria ad alta velocità che collega Torino a Lione. La tratta  controversa è una parte della rete ad alta velocità TAV (Treno ad Alta  Velocità), che attraversa tutta l'Italia e la cui costruzione è iniziata  nel 1970.
I  membri del comitato No-TAV si oppongono al progetto eda anni sono  impegnati contro l'ampliamento della linea ferroviaria tanto che già nel  2005 erano avvenuti pesanti scontri tra gli ambientalisti e la polizia.  Nel luglio dello scorso anno è dalla Val di Susa (Piemonte), dove la  linea ad alta velocità è in fase di costruzione, che è ripartita  l'escalation di violenza. 30.000 persone hanno preso parte alle  proteste, di cui circa 200  sono rimaste ferite.
Il vero problema è la mafia
Mentre  gli attivisti No-TAV  si oppongono alla costruzione soprattutto per  ragioni ambientali,  l'avversario della mafia italiana e scrittore  Roberto Saviano ("Gomorra"), in un articolo sul quotidiano "La  Repubblica", ci illustra un problema ben diverso: la mafia.  L'organizzazione criminale che controlla quasi tutti i più importanti  cantieri edili  italiani. "Tutti parlano di TAV, ma, soprattutto quando  si è in prima linea, bisogna essere consapevoli di quello che il  progetto trascina con se", scrive Saviano, "negli ultimi trent'anni i  treni ad alta velocità sono diventati strumento di diffusione della  corruzione e della criminalità organizzata." È un fatto che pesa di più  di tutti gli argomenti ambientalisti e politici. Secondo Saviano, al  momento occorre valutare, in particolare se i cantieri in Val di Susa,  portino con sé soprattutto benefici economici o svantaggi ecologici. E  molto più importante assicurarsi che il cantiere non diventi la più  grande miniera d'oro per la mafia.
Il  fatto che la mafia in Italia allunghi le sue mani in molte imprese  edili, da tempo non è più un segreto. Tenuto conto che la corruzione dei  politici è all’ordine del giorno, è normale che la mafia controlli le  ditte aggiudicatrici degli appalti (tra cui i cantieri autostradali, le  urbanizzazioni residenziali o le linee ferroviarie). "La storia  dell'alta velocità in Italia si basa su un accumulo di capitali  provenienti dai cartelli per l’edilizia della mafia. I clan interessati  si stanno preparando da anni sulla Torino-Lione ", dice Saviano.
Questa  ipotesi è  confermata anche dalla Direzione Nazionale Anti-Mafia (DNA):  Nella sua ultima relazione annuale (2011), la regione Piemonte si  colloca al terzo posto nella distribuzione della mafia calabrese. La  cosiddetta 'Ndrangheta è quella oggi più influente in Piemonte, dopo la  Calabria e la Lombardia. Con un volume d’affari stimato di 44 miliardi  di euro (2007), la 'Ndrangheta è considerata l'organizzazione mafiosa  più potente d'Europa.
Cantieri utili per i rifiuti pericolosi            
La  mafia procede nella sua infiltrazione evidentemente in maniera molto  intelligente e si fa avanti con imprese edili appositamente create per  il nord. Anni fa la Guardia di Finanza ha scoperto, che la società  milanese Edilcostruzioni  era legata a Santo Maviglia, uno spacciatore  di droga calabrese - la cui società aveva eseguito i presunti lavori  della Edilcostruzioni (nel cantiere dell’alta velocità tra Milano e  Torino). E in ulteriori indagini sono stati scoperti altri prestanome al  servizio di famiglie mafiose potenti come i Papalia, Nicoscia, Arena o  Zagaria.
Assieme  alle lucrose commissioni, i grandi cantieri hanno non sono disprezzate  dai clan mafiosi anche per un altro motivo: a seguito delle indagini  antimafia effettuate durante la costruzione della tratta Milano-Torino  si è scoperto che tonnellate di rifiuti sono stati illegalmente smaltiti  nei cantieri della TAV (altro un business cruciale della mafia ). La  Camorra napoletana ha il monopolio sul commercio di rifiuti tossici, da  oltre 30 anni le imprese del nord smaltiscono i loro rifiuti tossici,  tramite la camorra. Ma lo smaltimento illegale ha il suo prezzo: cecondo  le stime dell’associazione ambientalista italiana Legambiente la  camorra guadagna annualmente circa 20 miliardi di €. Il controllo della  costruzione TAV è per la mafia, secondo Saviano un doppio affare: "Si  arricchiscono negli scavi dei cantieri, che subito dopo vengono  riempiti."
 


 
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