15 marzo, 2012

La Tav: un doppio affare per la mafia



Ecco come la mafia, fa soldi con i treni ad alta velocità

di Nina Merli
Traduzione di Claudia Marruccelli

Per anni, gli attivisti ambientalisti hanno protestato contro la costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione. L’esperto di mafia e scrittore Roberto Saviano ci spiega quali sono gli ulteriori pericoli che il progetto comporta.

I primi di marzo gli attivisti ambientalisti italiani si sono nuovamente scontrati  con gli agenti di polizia. In tutta Italia sono rimastiparalizzati tratti autostradali, hanno occupato stazioni ferroviarie e bloccato statali. Causa delle proteste a livello nazionale è stato - ancora una volta - il progetto di costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità che collega Torino a Lione. La tratta controversa è una parte della rete ad alta velocità TAV (Treno ad Alta Velocità), che attraversa tutta l'Italia e la cui costruzione è iniziata nel 1970.
I membri del comitato No-TAV si oppongono al progetto eda anni sono impegnati contro l'ampliamento della linea ferroviaria tanto che già nel 2005 erano avvenuti pesanti scontri tra gli ambientalisti e la polizia. Nel luglio dello scorso anno è dalla Val di Susa (Piemonte), dove la linea ad alta velocità è in fase di costruzione, che è ripartita l'escalation di violenza. 30.000 persone hanno preso parte alle proteste, di cui circa 200  sono rimaste ferite.


Il vero problema è la mafia
Mentre gli attivisti No-TAV  si oppongono alla costruzione soprattutto per ragioni ambientali,  l'avversario della mafia italiana e scrittore Roberto Saviano ("Gomorra"), in un articolo sul quotidiano "La Repubblica", ci illustra un problema ben diverso: la mafia. L'organizzazione criminale che controlla quasi tutti i più importanti cantieri edili  italiani. "Tutti parlano di TAV, ma, soprattutto quando si è in prima linea, bisogna essere consapevoli di quello che il progetto trascina con se", scrive Saviano, "negli ultimi trent'anni i treni ad alta velocità sono diventati strumento di diffusione della corruzione e della criminalità organizzata." È un fatto che pesa di più di tutti gli argomenti ambientalisti e politici. Secondo Saviano, al momento occorre valutare, in particolare se i cantieri in Val di Susa, portino con sé soprattutto benefici economici o svantaggi ecologici. E molto più importante assicurarsi che il cantiere non diventi la più grande miniera d'oro per la mafia.
Il fatto che la mafia in Italia allunghi le sue mani in molte imprese edili, da tempo non è più un segreto. Tenuto conto che la corruzione dei politici è all’ordine del giorno, è normale che la mafia controlli le ditte aggiudicatrici degli appalti (tra cui i cantieri autostradali, le urbanizzazioni residenziali o le linee ferroviarie). "La storia dell'alta velocità in Italia si basa su un accumulo di capitali provenienti dai cartelli per l’edilizia della mafia. I clan interessati si stanno preparando da anni sulla Torino-Lione ", dice Saviano.
Questa ipotesi è  confermata anche dalla Direzione Nazionale Anti-Mafia (DNA): Nella sua ultima relazione annuale (2011), la regione Piemonte si colloca al terzo posto nella distribuzione della mafia calabrese. La cosiddetta 'Ndrangheta è quella oggi più influente in Piemonte, dopo la Calabria e la Lombardia. Con un volume d’affari stimato di 44 miliardi di euro (2007), la 'Ndrangheta è considerata l'organizzazione mafiosa più potente d'Europa.



Cantieri utili per i rifiuti pericolosi           
La mafia procede nella sua infiltrazione evidentemente in maniera molto intelligente e si fa avanti con imprese edili appositamente create per il nord. Anni fa la Guardia di Finanza ha scoperto, che la società milanese Edilcostruzioni  era legata a Santo Maviglia, uno spacciatore di droga calabrese - la cui società aveva eseguito i presunti lavori della Edilcostruzioni (nel cantiere dell’alta velocità tra Milano e Torino). E in ulteriori indagini sono stati scoperti altri prestanome al servizio di famiglie mafiose potenti come i Papalia, Nicoscia, Arena o Zagaria.
Assieme alle lucrose commissioni, i grandi cantieri hanno non sono disprezzate dai clan mafiosi anche per un altro motivo: a seguito delle indagini antimafia effettuate durante la costruzione della tratta Milano-Torino si è scoperto che tonnellate di rifiuti sono stati illegalmente smaltiti nei cantieri della TAV (altro un business cruciale della mafia ). La Camorra napoletana ha il monopolio sul commercio di rifiuti tossici, da oltre 30 anni le imprese del nord smaltiscono i loro rifiuti tossici, tramite la camorra. Ma lo smaltimento illegale ha il suo prezzo: cecondo le stime dell’associazione ambientalista italiana Legambiente la camorra guadagna annualmente circa 20 miliardi di €. Il controllo della costruzione TAV è per la mafia, secondo Saviano un doppio affare: "Si arricchiscono negli scavi dei cantieri, che subito dopo vengono riempiti."

Nessun commento:

Posta un commento