„Abbiamo bisogno dei cittadini“
Wir brauchen Bürger
di Birgit Schönau
Il
governo italiano non è in grado di tutelare da solo i tesori artistici
del paese. Intervista con il ministro della cultura Lorenzo Ornaghi
sulle sponsorizzazioni, Pompei e la salvezza del mondo attraverso la
bellezza.
Lorenzo Ornaghi Ministro dei Beni Culturali |
Die Zeit: Signor Ministro, la maggior parte delle opere
d’arte al mondo si trovano nel suo paese, che però investe sempre meno
nella conservazione del patrimonio artistico, attualmente solo lo 0,19
per cento del bilancio statale. Lei ha un compito enorme, ma le sue
casse sono vuote.
Lorenzo Ornaghi: non è proprio così: il governo ha appena
stanziato 76 milioni di euro per nove importanti musei, tra cui il Museo
di Brera di Milano, la Galleria dell’Accademia di Venezia e il Museo di
Capodimonte a Napoli. Ma naturalmente non possiamo fermarci qui. Data
l‘attuale situazione economica, certo non è facile, ma è mia esplicita
intenzione coinvolgere direttamente investitori privati. Lo stato non è
più in grado di gestire tutto da solo.
Zeit: la cultura potrebbe essere il più grande tesoro italiano. Eppure sembra che il suo ministero sia costantemente in emergenza.
Ornaghi: naturalmente non si può negare che esiste una
situazione di emergenza, causata da molte ragioni, l’incuria da parte
dello Stato è solo una di esse. A volte dobbiamo lottare anche
semplicemente contro i fenomeni naturali. Gli scavi di Pompei, per
esempio, sono esposti ad ogni tipo di agente atmosferico, forti piogge e
caldo estremo. Dobbiamo certamente fare la nostra parte per garantire
una corretta manutenzione. Io credo però che per valorizzare i nostri
beni culturali ci sia bisogno anche di un cambiamento della nostra
mentalità.
Zeit: Cosa intende?
Ornaghi: Già le scuole devono insegnare ai nostri figli che
viviamo in un paese con un patrimonio culturale inestimabile, che
dobbiamo apprezzare e rispettare, e che va conservato.
Zeit: Al momento sembra che a qualcuno interessi più
sfruttare i tesori culturali. A Cerveteri a nord di Roma, pare che i
saccheggiatori di tombe etrusche siano più preoccupati di fare in modo
che l’UNESCO escluda dal Patrimonio per l’Umanità il sito archeologico,
in modo da poter lavorare indisturbati.
Degrado nel sito archeologico di Pompei |
Ornaghi: Il reparto speciale dei Carabinieri per la tutela
del nostro patrimonio culturale svolge un lavoro egregio quando si
tratta di rintracciare e mettere al sicuro gli oggetti d’arte rubati. Ma
non abbiamo un numero sufficiente di agenti per mettere al sicuro tutti
i nostri siti archeologici. Quando si tratta di tesori d’arte, lo Stato
non può sempre agire da solo con un’azione dall’alto verso il basso.
Abbiamo bisogno dell’impegno dei cittadini.
Zeit: Ogni ministro della cultura italiana si è misurato in
primo luogo con Pompei. I suoi predecessori non hanno potuto fare molto
per la conservazione del sito archeologico più famoso del mondo. Lei
cosa pensa di fare?
Ornaghi: l’UE ci ha appena concesso105 milioni di euro per
Pompei. Useremo questo denaro per prevenire ulteriori danni causati
dalle piogge, per rimettere in sicurezza le antiche strade del sito, per
restaurare le mura originarie della città e gli affreschi. A fine marzo
abbiamo dato inizio ai bandi di gara [per assegnare i lavori]. Se
riusciremo ad arginare in maniera permanente i danni causati dal
maltempo e a migliorare il sistema di sorveglianza video, saremo in
grado di aprire ai visitatori più zone e altri edifici. Non dimentichi
che una gran parte dei resti della città non è stata ancora portata alla
luce.
Zeit: Molti archeologi ritengono che non si dovrebbe
continuare a scavare a Pompei. Ciò che resta sotto è meglio conservato.
Lei è d’accordo?
Ornaghi: No, non sono del tutto d’accordo. Ma sono convinto
che Pompei, al di là dell’archeologia, possiede anche un valore
simbolico, forse anche metaforico. Pompei infatti simboleggia il rischio
del momento, la precarietà a cui sono soggette tutte le grandi culture e
l’umanità stessa. E’ questo che rende così affascinante per tutti noi
questo paesaggio di rovine, creato dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dC e
che ogni anno richiama due milioni di visitatori.
Zeit: Pompei si trova nel cuore del territorio della camorra
napoletana. I camorristi cercheranno di mettere le mani, attraverso i
loro intermediari, sui milioni dell’UE?
Ornaghi: Questo governo garantisce la totale trasparenza
nell’affidamento degli appalti. Abbiamo nominato proprio per questo un
commissario prefettizio. Durante i lavori sarà assicurata la
sorveglianza video e saranno garantiti i controlli di polizia.
Zeit: Nella vicina Ercolano, l’azienda americana Hewlett
Packard ha investito 16 milioni di euro nella manutenzione degli scavi.
Due terzi degli scavi sono stati nuovamente riaperti al pubblico.
Prevedete investitori stranieri anche per Pompei?
Fondaco dei Tedeschi a Venezia |
Ornaghi: Sarebbero certamente i benvenuti. Ciò che sta
avvenendo ad Ercolano, serve da esempio. Ma vogliamo anche attirare
aziende e fondazioni italiane nell’ambito della conservazione dei beni
culturali.
Zeit: L’imprenditore della moda Diego Della Valle si è
dichiarato pronto a donare 25 milioni di euro per il restauro del
Colosseo a Roma.
Ornaghi: La cosa mi fa sicuramente molto piacere. Della Valle è un uomo estremamente generoso e con un forte senso civico.
Zeit: Ma c’è un acceso dibattito sul fatto che un
imprenditore possa utilizzare il Colosseo come spazio pubblicitario per i
propri prodotti. Dobbiamo aspettarci che Della Valle metta ora le sue
Tod’s nelle arcate del famoso anfiteatro?
Ornaghi: Assolutamente no. Non se ne è mai parlato. Della Valle potrà solo citare la sua iniziativa nelle pubblicità
Zeit: A Venezia, il Fondaco dei Tedeschi cambierà
destinazione d’uso. Lo storico palazzo, un tempo proprietà di una antica
famiglia di commercianti tedeschi, si trova in un palazzo del 16°
secolo poco lontano da Ponte di Rialto. Per molto tempo ha ospitato
l’ufficio postale, nel 2008 lo ha comprato la società di Benetton. Il
Fondaco diventerà ora un polo commerciale?
Ornaghi: Il dibattito ruota piuttosto attorno al carattere
architettonico. Associazioni intellettuali e culturali sono in primo
luogo contrarie al progetto di una terrazza con giardino e una scala
mobile nel cortile. Recentemente è stato presentato il progetto alle
autorità dei beni arcihitettonici veneziane, alcuni punti
particolarmente critici sono stati eliminati. Siamo tutt’ora in attesa
del responso di una commissione speciale.
Zeit: per la ristrutturazione la Benetton ha richiesto il
famoso architetto olandese Rem Koolhaas, che dice: “La bellezza può
essere un concetto, ma è un lusso da far diventare una priorità”. Lei è
d’accordo.?
Ornaghi: Vorrei rispondere all’architetto Koolhaas: la
bellezza è utile al mondo e forse può anche salvarlo. Perciò la bellezza
non è né un lusso né un bene accessorio.
Zeit: L’Italia è una terra che ha dato origine a straordinarie bellezze, è qui che è nata l’opera .
Ornaghi: Mi piace l’opera, anche se non sono un esperto. Come milanese naturalmente amo in particolare andare alla Scala.
Teatro alla Scala a Milano |
Zeit: alla Scala le cose vanno relativamente bene. Ma gli
amministratori precedenti non hanno avuto particolarmente a cuore
l’opera, riducendo i teatri italiani quasi allo sfascio.
Ornaghi: In ogni caso i teatri devono imparare in tempi
ristretti a conciliare un alto livello artistico con le scarse risorse.
Prometto una riforma complessiva entro dicembre.
Zeit: le ha fatto piacere l’Orso d’Oro al Festival di Berlino per i fratelli Taviani?
Ornaghi: Certo. Un segno che in Europa la creatività italiana è ancora appetibile.
Zeit: Anche se i fratelli Taviani, che hanno più di ottant’anni, non rappresentano esattamente il futuro del cinema italiano?.
Ornaghi: E’ vero che la nostra società non incoraggia a
sufficienza i giovani. Parliamo sempre dei giovani, ma non rendiamo loro
facile la strada.
Zeit: Lei è stato insegnante di liceo e preside prima di
essere nominato Ministro praticamente dal nulla. Ora nei suoi sogni
notturni le appaiono le rovine di Pompei o un palco alla Scala? Oppure
non fa sogni?
Ornaghi: preferirei la terza opzione. Ma se potessi sognare
ad occhi aperti, mi immaginerei che noi europei finalmente ci sentissimo
come cittadini della cultura. Solo così riusciremo a uscire dalla
nostra situazione di progressiva debolezza. La forza dell’Europa è la
sua cultura.
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