17 aprile, 2012

Italia e Austria a confronto

Cosa accomuna l’Italia con l’Austria

L’Austria e il suo panorama politico per molti versi assomigliano all’Italia dei primi anni ’90, eppure, purtroppo e/o per fortuna, sono profondamente diverse.

La voglia di declino in questi mesi è costantemente presente.Come se lo spettatore, considerando lo stato d’animo catastrofico del barcollante mercato finanziario, si stesse riprendendo in un costoso centro di recupero grazie a una terapia intensiva a base di farmaci. E l’Occidente di oggi sprofonda un’altra volta. Recentemente si sente parlare di una novità: l’Austria, stando ad un rapido e superficiale confronto, assomiglierebbe all’Italia dei primi anni ’90.

All’epoca la Democrazia Cristiana, assieme al fino ad allora noto sistema partitico , basato su un leader di partito ed un tesoriere, affondò come il Titanic quasi cento anni prima. La conseguenza fu la frammentazione dei partiti, piccoli e nuovi movimenti ebbero la loro occasione per farsi avanti. Contro il fango della corruzione, della congiura e delle relative teorie, entrò in scena un gruppo di magistrati noto come “Mani pulite”, nome più accattivante dal punto di vista mediatico e allo stesso tempo vantaggioso, ma che tuttavia non riuscì a fare molto di più che spianare la strada ad un Silvio Berlusconi.


In Austria si sta delineando uno scenario spaventoso simile a quello di allora. A causa dello scandalo delle postazioni selfservice della Telecom, l’ÖVP sta precipitando definitivamente e il SPÖ lo seguirà presto, a causa delle sue carriere basate sulle raccomandazioni o di altre cattive abitudini da tempo tollerate in silenzio – basti pensare al gigante mediatico della SPÖ di Vienna. Ci sarebbe ancora un ulteriore parallelismo con l’Italia: circa una dozzina di partitucoli insignificanti che fremono sui blocchi di partenza. Anche se le loro possibilità di entrare a far parte della Camera Bassa sono limitate. Per fare un confronto con la situazione italiana made in Austria basta e avanza.
Suddivisione e tendenze dei partiti al governo in Austria
Solo che, anche se la situazione è simile nella gravità, si tratta di ben altro e questo è sia un bene che un male.
Ma mettere a confronto la Democrazia Cristiana con l’ÖVP non è appropriato. A differenza del fango romano, la casta politica del Partito Popolare – ad eccezione probabilmente di Ernst Strasser – non tenta di costruire ville in Nordafrica o altrove, arricchendosi personalmente e garantendosi una vita fatta di agi e mondanità. Hanno voluto invece, tramite goffi e sfacciati finanziamenti ai partiti, attraverso aziende parastatali, fornire al partito e ai loro deboli alleati testate giornalistiche di partito, che nessuno legge, ma che procureranno ai funzionari quella importanza che hanno perso da tempo. Il problema dell’ÖVP è quindi quello di restare al governo ad ogni costo anche in assenza di un futuro politico. Gli elettori questo lo percepiscono e si allontanano dal partito.
Sondaggio sulla futura formazione partitica governativa in Austria: il 46% della popolazione spera nell'ascesa di un nuovo partito, il 22% voterebbe il partito dei Pirati, il 21% eleggerebbe Stronach, il 52% è assolutamente contrario
Poi c’è l’assenza di un Di Pietro, quel magistrato che in Italia ha a cuore la caccia agli scandali. Peter Pilz si considera un eroe di questo tipo, ma i tribunali non danno credito ad un megalomane. D’altronde, forse per fortuna, non c’è in all’orizzonte un Silvio Berlusconi. Anche Eva Dichand, che gode di molta fiducia grazie alla sua rivista “Heute” e ai suoi agganci con “Kronen Zeitung”, si spera che non fondi un partito. I suoi amici nella SPÖ non glielo consentirebbero.

Attuale situazione dei partiti politici in Austria e i loro rappresentanti
Quindi manca un qualsiasi tipo di purificazione che, vedi l’Italia, anche se non sarebbe una garanzia di miglioramento, ogni elettore in Austria desidera apertamente o in cuor suo. L’idea che Werner Faymann e Michael Spindelegger possano continuare a governare dopo le prossime elezioni, anche se improbabile, fa giustamente rabbrividire anche i dirigenti della SPÖ e ÖVP.

Manifesto elettorale del BZÖ: L'Austria agli ausriaci con il tuo aiuto. Vota lista di Jörg Haider
Restano i nuovi avventurieri partitici, che forse ce la faranno ad entrare al governo e a superare la barriera del 4 percento: nella situazione attuale bisogna fare tanto di cappello a chi riuscirà a farsi carico di questo sforzo immane e del suo superamento. E poco importa che si tratti di specialisti informatici completamente a digiuno di politica che saltano fuori con lo pesudonimo di “Pirati”. O che si tratti di vecchi politici come Johannes Voggenhuber e Erhard Busek, che hanno fallito nel proprio partito, oppure del tentativo del magnate desideroso di gloria Frank Stronach di unire i liberali con ciò che resta del BZÖ, partito che in questo paese non è ancora riuscito a prendere piede. Essi obbligano la SPÖ e l’ÖVP a reagire in qualche modo, costando in termini di accordi forse persino tutta la maggioranza. Ben venga tutto ciò che può portare a un vero cambiamento.

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