di Hans-Jürgen Schlamp
Pubblicato il 19 novembre 2012 in Germania
Traduzione di Claudia Marruccelli
E' uno strano mistero: alcuni banditi hanno rapito il ragioniere di Berlusconi, chiedendo 35 milioni di euro di riscatto in cambio di materiale scottante sul nemico giurato dell’ex capo di governo. Ora la polizia ha arrestato sei sospettati, e ipotizza l’esistenza di legami con la mafia.
Il ragionier Spinelli |
Erano le 22 del 15 ottobre quando Giuseppe Spinelli, ragioniere e collaboratore fidato di Silvio Berlusconi rientrava a casa. Spinelli era la persona che, per conto del suo capo, si occupava di retribuire con migliaia di euro le giovani partecipanti ai festini "Bunga-Bunga". Quando sua moglie, quella sera gli ha aperto la porta, due uomini a viso coperto si sono avventati su Spinelli.
Hanno colpito al volto il 71enne, lo hanno rinchiuso in casa e gli hanno calpestato gli occhiali. Uno di loro impugnava una pistola. “Questi ci ammazzano”, ha pensato la moglie in quel momento. Ma gli intrusi avevano altro in mente.
Verso le due di notte sono stati raggiunti da un terzo uomo, incappucciato come gli altri, ma che ai piedi calzava un vistoso paio di scarpe – a righe rosse e nere, i colori del Milan. Questo terzo uomo ha piazzato una fotocopia sbiadita e sporca davanti alla faccia dello spaventato Spinelli, su cui era scritto, stando a quanto ricorda, qualcosa come "Oggetto: caso Mondadori".Oltre a ciò veniva descritta una scena con “Fini e i giudici nel primo e secondo grado”: Fini, che chiederebbe ai giudici, nel corso di una amichevole cena insieme, di mettere Berlusconi in difficoltà.
De Benedetti VS Berlusconi: Lodo Mondadori |
Gianfranco Fini, ex leader del partito post-fascista di Alleanza Nazionale, un tempo stretto alleato di Berlusconi e suo ministro degli esteri, oggi è presidente della Camera e acerrimo nemico di Berlusconi.
Per Berlusconi, questi elementi avrebbero avuto una duplice utilità: Fini si sarebbe trovato in una situazione poco chiara e forse si sarebbe potuto riaprire il processo che gli è costato un bel po’ di soldi. I rapitori si sono fatti chiaramente due conti: dei 560 milioni risparmiati allora - secondo quanto il bandito mascherato aveva calcolato e riferito al ragioniere -il 6% lo volevano da Berlusconi. Grosso modo circa 35 milioni di euro.
Questa era la richiesta che Spinelli doveva fare pervenire al suo capo, per uscirne sano e salvo. Ma solo la mattina dopo, poco prima delle otto, Spinelli riesce a contattare Berlusconi e a raccontargli tutto. [Il Cavaliere] è del tutto allibito e dopo poche frasi conclude la telefonata accennando che il suo avvocato Niccolò Ghedini richiamerà presto. L'avvocato telefona infatti prontamente - e ora sembra aver perso la memoria su cosa accadde esattamente.
Una cosa è certa: alle nove i banditi se la squagliano, rilasciando Spinelli e sua moglie illesi. I due vengono prelevati dalle guardie del corpo di Berlusconi e portati al sicuro dal capo a Milano. L’avvocato di Berlusconi dice che nessun riscatto è stato pagato.
Tuttavia la magistratura parte ovviamente dal presupposto che siano stati versati dei soldi, secondo quanto riferiscono i media italiani online. Perché altrimenti i malviventi si sarebbero dileguati tanto pacificamente?
Ghedini sostiene di aver riferito il giorno stesso l'accaduto alle autorità. Ma solo il pomeriggio successivo, la vicenda è stata denunciata ufficialmente. L’avvocato dice che avevano solo bisogno di sapere con precisione ciò che era accaduto, e che la coppia era in stato di shock. I presunti documenti e il CD che non sono stati resi noti sarebbero un bluff, tutta la faccenda sarebbe piena di contrasti e poco credibile.
Il capobanda tradito dalle ... scarpe |
Azione della mafia?La polizia sta indagando da allora e solo ggi ci sono stati dei riscontri. Sono state arrestate sei persone, tre italiani e tre albanesi. Regista del misterioso giallo, secondo le dichiarazioni degli investigatori, sarebbe un noto malavitoso: Francesco L., 51 anni. Negli anni Ottanta divenne noto per una rapina milionaria, qualcosa però andò storto e venne arrestato. Si offrì come testimone in altri processi entrando in un programma di protezione testimoni, nel quale però non rimase a lungo. Si diede nuovamente alle rapine e nel 2001 fu condannato a nove anni e quattro mesi per rapimento a scopo di estorsione di un parente di un militare. Per la polizia, Francesco L., appartiene al clan mafioso dei Parisi, di Bari. Si trattò quindi di un’azione mafiosa?
Anche i suoi concittadini e i tre albanesi che si si sono resi protagonisti della vicenda, non erano degli incensurati, bensì professionisti. Potrebbero aver agito al servizio dei Parisi. Ma se il tentativo di rapimento effettuato con pistole giocattolo è stato architettato in maniera così dilettantesca, come l’avvocato Ghedini dichiara, e se il tutto si è concluso senza riscatto - "Ci scusi era solo una prova" – non vuol dire necessariamente che sia opera della criminalità organizzata. O forse la vicenda si è conclusa in maniera totalmente diversa da quanto dichiarato finora?
La polizia ha lasciato intendere, soddisfatta, di essere giunta sulle tracce dei colpevoli grazie alle scarpe rosse e nere. Talvolta la passione troppo ostentata per la propria squadra del cuore può diventare, a quanto pare, uno svantaggio.
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