15 novembre, 2012

Una triste fine per la Lancia, dopo 109 anni di fascino

Lancias trauriges Ende nach 109 Jahren Schönheit

di Kai Kolwitz
Pubblicato in Germania il 7 novembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli

A partire dal 2015, le Lancia non verranno più prodotte in Italia. Retrospettiva di un marchio, che ha prodotto alcune delle più belle vetture della storia automobilistica, ma forse spesso troppo accessoriate . 

Lancia Ypsilon


E’ stata la conclusione di un lungo periodo di marasma: la Fiat ha annunciato pochi giorni fa la delocalizzazione, prevista entro il 2015, degli stabilimenti produttivi della consociata Lancia. Da allora in poi verranno prodotti sotto questo marchi solo i modelli Chrysler riconvertiti, tra cui la Lancia Ypsilon, unico modello indipendente che viene prodotta nella città polacca di Tychy parallelamente alla Fiat 500.

Vincenzo Lancia


All’avanguardia già nei primi anni
Dopo 109 anni, termina un’epoca iniziata nel 1906 da Vincenzo Lancia. Insieme a un amico, l'ex collaudatore Fiat Claudio Fogolin, ha dato vita al marchio che oggi porta il suo nome. Ben presto il marchio Lancia si è guadagnato la reputazione di essere un produttore, dotato di ingegneri che avevano voce in capitolo. Gli italiani erano innovativi, nel 1913 presentarono la prima vettura ad avviamento elettrico. Dieci anni più tardi, seguì la prima vettura con una carrozzeria autoportante, assemblata senza un telaio separato - un sistema costruttivo che solo dopo la seconda guerra mondiale è diventato uno standard.

Lancia Aurelia Spider


Auto da sogno e celebrità
Rifinita con un design mozzafiato, in particolare nel periodo successivo alla guerra. Auto come le Aurelia Spider cabriolet degli anni cinquanta erano vetture da sogno, tutte cromate, sul cui parabrezza gli scolari appiccicavano i nasi per sbirciare a quanto arrivava il tachimetro. Celebrità come Brigitte Bardot e Gregory Peck hanno guidato all’epoca, auto italiane e anche la leggenda dell’automobilismo da corsa, Juan Manuel Fangio, ha conservato la sua Lancia, chiaramente in privato, dopo essere passato alla Mercedes. L’azienda aveva la reputazione di essere una delle migliori produttrici di auto di qualità nel mondo.

Jean Louis Trintignant e Vittorio Gassmann nel film Il Sorpasso


Bellissime e costosissime
Purtroppo nonostante tutti i meriti, alla Lancia raramente è andato tutto liscio dal punto di vista finanziario. Mancavano i grandi successi di massa, inoltre si tendeva a scegliere tra due possibilità tecniche, sempre quella che era strutturalmente più dispendiosa. Questo ha reso costosa la produzione delle vetture, inoltre la scelta dei modelli era di norma dispersiva - e le numerose versioni cabriolet, coupé e berlina, guardandole facevano sognare, ma la produzione restava tutt'altro che razionale. Già nel 1969, la Lancia è stata per la prima volta agli sgoccioli, il Gruppo Fiat subentrò per una cifra simbolica.

Walter Röhrl su Lancia


Nuova vita come dominatrice nei rally
Quindi la Lancia fu messa sotto controllo. Seguirono i tempi delle vetture accessibili a tutti - e quelli dei grandi successi sportivi. In effetti in passato negli anni cinquanta la Lancia era già stata presente n Formula 1, ma ora sono in particolare le macchine da rally, che offrono immagini più spettacolari.
La Lancia Stratos, dalla forma stilizzata e cuneiforme, uno dei primi modelli di auto sviluppato appositamente per i rally, ha vinto per tre volte negli anni settanta, la Coppa del Mondo. Walter Röhrl ha ottenuto su un prototipo Lancia 037, una delle sue quattro vittorie a Monte Carlo e dalla metà degli anni Ottanta, le differenti versioni della Lancia Delta hanno dominato la scena. La più spettacolare di tutte è stata la Delta S4, per prima l’aggressivo mostro alato del gruppo B, dalla linea semplice delle vetture di serie ma con una potenza di oltre 600 CV.

Lancia Delta S4


Fiat fallisce nella strategia dei marchi
Stranamente, la Lancia con trionfi in questo settore, ha continuato nella casa madre, già impegnata comunque nel campo dei rally, la produzione di auto da corsa. In quegli anni, questa non era l'unica prova che la Fiat spesso non sapeva esattamente con quale strategia posizionare i singoli marchi della casa e creare dei confini tra gli uni e gli altri. Ancora più problematica diventò la situazione quando, nel 1986, Fiat acquistò dallo stato l’Alfa Romeo. In tal modo tutti i costruttori di vetture di serie italiani si sono trovati riuniti sotto lo stesso tetto - e in particolare la linea di confine tra Alfa e Lancia, inizialmente concorrenti di spicco, si annunciava già spinosa. Quindi, anche se l’Alfa è sempre stata considerata come la "BMW italiana" e la Lancia come la "Mercedes italiana", già dagli inizi degli anni novanta l'immagine si è sbiadita.

Interni di una Lancia Thema


Utilitarie di lusso, in anticipo sui tempi
Certo sono stati creati di tanto in tanto modelli accattivanti come la Lancia Y10, che già nella metà degli anni ottanta è stata pioniera nel settore delle utilitarie di lusso. La Lancia Thema 8,32 era una berlina che sotto il cofano celava una motore Ferrari. Ma era diventava sempre meno chiaro ciò che era in realtà la Lancia. L’Alfa Romeo tentò una rinascita sperimentando nuovi modelli e un proprio look audace, ma le vendite della sorella continuarono a calare.

Manuel Fangio su Lancia


La Lancia vende meno della Porsche
Nel 1990 sono state vendute circa 300.000 vetture, secondo le stime per il 2012 si arriverà a sole 50.000 auto - nemmeno la metà delle auto della Porsche. Per salvare la Lancia, la Fiat avrebbe dovuto ricostruire il marchio da zero, un’impresa costosa, lunga e complicata. Ma la Fiat ha abbastanza problemi con la sua etichetta tradizionale per capire che si sta tirando troppo la corda.

Lancia Thesis


Ciò che rimane è il logo del marchio
Ultimo fuoco d’artificio è stata la Lancia Thesis, modello uscito tra il 2002 e il 2009, una berlina con i fanalini posteriori a forma di boomerang e un design d'avanguardia, una forma da Art Deco del 21° Secolo. Ma quasi nessuno voleva comprare la macchina e la Lancia già allora era diventata un modello ridicolo. Nessuna altra Lancia susciterà più tanta ammirazione. Ciò che resta sono i veicoli Chrysler a cui Fiat appiccica un logo Lancia sulla mascherina anteriore. Dal punto di vista degli affari, questo è del tutto comprensibile. Ma ancora una volta, vi è un marchio tradizionale in meno per strada.

Fusione Lancia-Chrysler

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