18 dicembre, 2012

Berlusconi fa sul serio

Berlusconi meint es ernst

di Fabio Ghelli
Pubblicato in Germania il 11 Dicembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli per Italia Dall'estero

Sarebbe un errore sottovalutare Berlusconi, anche se le sue possibilità di ritornare al potere in Italia sono davvero risicate, secondo l’analisi di Fabio Ghelli.




Rieccolo. Dalle copertine dei giornali di mezzo mondo Silvio Berlusconi osserva i lettori con il suo solito sorriso assente. “Credevate che fossi sparito”, sembra dire. Per ben due volte è ricomparso dal nulla e in entrambe è riuscito a stupire tutti, persino i suoi colleghi di partito, riconquistando nel giro di pochi mesi i cuori degli italiani.
Lunedì mattina i mercati finanziari hanno mostrato cosa accadrebbe se la storia si ripetesse una terza volta. Sono passati solo cinque giorni da quando Berlusconi ha annunciato il suo ritorno sulla scena politica. Cinque giorni sono stati sufficienti per annientare la fiducia riconquistata gradualmente dall’Italia nel corso dello scorso anno in Europa e in Borsa.

Una cosa sola è certa: Berlusconi si candida per vincereSe si trattasse di qualsiasi altro politico, basterebbe dare uno sguardo alle cifre dei sondaggi per definire questo suo ritorno come l’ultimo disperato tentativo di un truffatore che vuole sfuggire alla giustizia. Ma non è il caso di Berlusconi. Intanto lo sanno tutti in Europa: sarebbe un drammatico errore sottovalutare il Cavaliere.


E’ lo stesso Berlusconi che detta le regole del giocoNessuno lo sa meglio dei suoi avversari, che nel 1994 considerarono un fenomeno solo temporaneo l’ingresso in politica di Berlusconi. Gli sono bastati solo tre mesi per formare una coalizione con cui scongiurare la vittoria contro i post-comunisti Progressisti. Due volte ha sconfitto il centro-sinistra guidato da Romano Prodi. Due volte si è battuto per ritornare alla guida del governo.
Ci è riuscito soprattutto perché è lui che detta le regole del gioco. E ‘stato il suo governo, che nel 2005 ha adottato la controversa legge elettorale, che permise a Prodi di arrivare in parlamento con una maggioranza estremamente traballante. Se il governo di Mario Monti fosse rimasto in carica ancora due mesi, sarebbe riuscito a modificare quella legge elettorale, il che ovviamente non conveniva al Cavaliere. Perché – come Roberto D’Alimonte scrive sul quotidiano Il Sole 24 Ore – secondo la legislazione vigente, è molto probabile che la maggioranza al Senato resti una partita a rischio. Anche in caso di sconfitta Berlusconi avrebbe tutto il tempo per programmare un suo nuovo e duraturo ritorno alla ribalta.

Il Cavaliere e la sua base elettoraleNon sarebbe una cattiva idea, se si parte dal presupposto che la nuova coalizione formata da PDL (Popolo della Libertà) e Lega Nord resta comunque una forza significativa in parlamento. Per ottenere ciò il Cavaliere deve riconquistare la fiducia della base elettorale formata da piccoli imprenditori, professionisti e pensionati. E lui sa come ragionano queste persone, sa che non si fidano del governo, che pagano di malavoglia le tasse e che l’austerità filoeuropea di Monti ha irritato molti di loro.
Basterà tutto ciò a riportarlo in parlamento da vincitore? Il politologo Ilvo Diamanti non ne è convinto. Si occupa del fenomeno Berlusconi dagli anni Novanta. Con le sue ” mappe sociopolitiche ” ha documentato sulle pagine del quotidiano La Repubblica l’evoluzione del “Berlusconismo”.
Secondo Diamanti le condizioni createsi nel 1994 e nel 2006 erano totalmente diverse da quelle di odierne: “A quel tempo, gli italiani erano più ottimisti. La piccola industria era fiorente. Berlusconi costituiva un modello di successo”. Ma ora il sogno è svanito. “Nel bel mezzo della peggiore recessione del dopoguerra, il lussuoso stile di vita di Berlusconi è davvero un pugno nello stomaco per gli elettori”, dice Diamanti.
Rispetto al 2005 si presenta diverso anche il suo indice di gradimento nei sondaggi. Allora era precipitato a circa il 30 per cento, oggi si attesta nuovamente sotto di oltre 10 punti. Inoltre, alcuni dei suoi più stretti alleati l’hanno abbandonato: sia il democristiano Pierferdinando Casini che il liberale conservatore Gianfranco Fini sono ora tra i suoi accerrimi avversari. La sua alleanza con la Lega Nord non gli frutterà molti vantaggi: il partito di Roberto Maroni sta lottando da mesi contro scandali e divisioni interne.
Allo stesso tempo, i suoi sfidanti del Partito Democratico (PD) hanno ottenuto un consenso sempre più crescente che secondo i dati dell’Istituto Demoscopea è arrivato a circa il 38 per cento. “Le primarie per la scelta del capolista del PD alle prossime elezioni politiche hanno risvegliato un rinnovato interesse per la politica in molti elettori”, dice Diamanti, tanto che il numero degli elettori indecisi è sceso al 15 per cento.

Monti potrebbe mettere i bastoni tra le ruote a BerlusconiAnche alcuni elettori che non avevano mai votato prima per la coalizione di sinistra, hanno partecipato alle primarie. Anche se alla fine non è riuscito a spuntarla, il giovane sindaco di Firenze Matteo Renzi rappresenta un’alternativa al vecchio modello della politica italiana. Lo stesso Berlusconi ammira il giovane politico e auspica che passi nel suo partito, anche se Renzi si è limitato a sorridere alla proposta del Cavaliere.
L’ultima speranza di Berlusconi ora è che nessuno dei suoi molti oppositori riesca ad ottenere voti sufficienti a creare una maggioranza solida. Allo stesso tempo, sarebbe meglio per lui, che il primo ministro uscente Monti restasse fuori dalla campagna elettorale, ma e’ cosa alquanto improbabile secondo il parere di Diamanti. Inoltre se Monti facesse squadra con alcuni degli ex alleati di Berlusconi, questo potrebbe ridurre il vantaggio del PD. Ma il politologo dice: “Berlusconi auspica una conflitto tra i due poli politici, se Monti decidesse di scendere in campo, il Cavaliere sarebbe schiacciato in un attimo. E lui lo sa”.
Per quanto riguarda la più imprevedibile forza politica in gioco – il Movimento 5 stelle dell’antieuropeista Beppe Grillo – Diamanti non crede che possa assumere un ruolo cruciale, anche se in un anno ha ottenuto circa il 15 per cento dei consensi. Tuttavia il politologo spiega questa crescita con la stagnazione del dibattito politico degli ultimi anni: “Il movimento di Grillo è come una sorta di autobus: Gli elettori possono scendere velocemente così come altrettanto velocemente sono saliti a bordo.

A tutto gas contro un muroEd entrambi – sia Berlusconi che Grillo – si ingannano se pensano che sia sufficiente inveire contro l’Europa e la Germania per ottenere voti. Fino a pochi anni fa gli italiani erano fra i più convinti europeisti. Nel frattempo, la fiducia nei confronti dell’euro e delle istituzioni europee è scesa al di sotto della media. “Più della metà della popolazione sa però, che senza l’unione monetaria le cose andrebbero molto peggio”, dice Diamanti.
Da lunedì, Berlusconi è in modalità di attacco. Un assaggio? Le preoccupazioni dell’Europa sulle sue manovre sarebbero solo una finta per indebolire l’economia italiana, la svalutazione dei titoli di stato sarebbe nient’altro che una truffa.
Persino i suoi sostenitori più accaniti dubitano che questa volta ce la farà. Il suo ex consigliere Giuliano Ferrara ha espresso queste considerazioni su Il Giornale: “Berlusconi ha deciso di andare a sbattere contro un muro. Non abbiamo altra scelta che stare a guardarlo”.

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