Der alte Müll und das Meer
di Gerhard Mumelter
Pubblicato in Austria il 15 luglio 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli
Discarica di Malagrotta |
Prima ancora di arrivare a Malagrotta, sono i miasmi a farsi sentire. Un crescente odore di decomposizione riempie l’aria e già da lontano si sentono le concitate grida di migliaia di gabbiani che si contendono i putridi rifiuti del benessere romano. Al ritmo di uno al minuto dalle rampe di accesso i camion di raccolta versano il loro carico, che pesanti ruspe tentano di compattare. Benvenuti a Malagrotta la discarica più grande d’Europa.
L‘“ottavo colle di Roma“ sembra l’anticamera dell’inferno. 4500 tonnellate di rifiuti vengono riversati quotidianamente nella discarica già da tempo stracolma. Terreno, acqua e aria sono contaminati da metalli pesanti e sostanze tossiche, gli abitanti delle zone limitrofe accusano patologie varie, allergie e insonnia.
Rifiuti ingombranti abbandonati sul ciglio delle strade |
Controversie giudiziarie
Innumerevoli sono le cause giudiziarie che da tempo riguardano la discarica. Il Comune, la Regione e la Provincia da anni si scaricano a vicenda le responsabilità. Il governo ha affidato le competenze a dei “commissari straordinari per l’emergenza” che regolarmente si dimettono. Da tempo Malagrotta rappresenta il malgoverno italiano, come simbolo del fallimento delle autorità.
Contravvenendo alle direttive europee, la metropoli, che oggi contra tre milioni di abitanti, smaltisce due terzi dei suoi rifiuti senza il preventivo trattamento e senza differenziarli, scaricandoli sulla fumosa collina affacciata sul mar Tirreno, il cui futuro, sui manifesti del Comune di Roma e della Regione, viene raffigurato con toni idilliaci, descritto come un verde e rilassante paesaggio adatto alle famiglie e alle gite fuori porta.
L’eterno andirivieni politico sulla discarica però fa perdere la calma soltanto a Manlio Cerroni. L’enorme sito della discarica, con i suoi 170 ettari, frutta al suo proprietario 264.000 euro al giorno, circa otto milioni al mese.
La futura discarica di Tivoli |
Ultimatum
Adesso la commissione dell’Unione Europea ha posto un ultimatum alla capitale. L’Italia rischia una condanna della Corte Europea di Giustizia e una multa di dieci milioni di euro. Il commissario straordinario Goffredo Sottile ha posto un’ultima scadenza alla città: entro la fine dell’anno la discarica di Malagrotta, ormai stracolma e in cui sono smaltite oltre 40 milioni di tonnellate di spazzatura, deve essere chiusa.
Il predecessore di Sottile aveva gettato la spugna pochi mesi fa, quando il suo progetto di aprire una nuova discarica nelle vicinanze della famosa Villa Adriana a Tivoli, si è scontrato con le accese proteste [della popolazione]. Ogni proposta fallisce per le furiose rimostranze degli abitanti dei paesi limitrofi – così come nel caso della costruzione dell’ inceneritore.
Rifiuti in partenza per Rotterdamm dal porto di Napoli |
Soluzioni napoletane
La città eterna si sta evolvendo come nel caso della situazione napoletana. Il ministro per l’ambiente Corrado Clini ha invitato il sindaco Gianni Alemanno ad intensificare la raccolta differenziata. Tuttavia la scarsa coscienza ecologista dei romani è già stata un vero rompicapo per numerosi sindaci. Se il cassonetto della plastica è pieno, il sacchetto finisce nel vicino contenitore della carta. Molti per liberarsi dei propri rifiuti ingombranti [ricorrono] durante la notte agli svincoli stradali, dove vecchi frigoriferi e calcinacci e rifiuti di cantiere vengono semplicemente scaricati e abbandonati sui cigli delle strade.
Ordunque la proposta del commissario Sottile per una “soluzione provvisoria” in una situazione quasi senza via d’uscita è stata: spedire per il momento i rifiuti della capitale all’estero o conferirli nell’inceneritore in Emilia. Come a Napoli. Al costo di 109 euro alla tonnellata la città invia i suoi rifiuti via mare a Rotterdamm.
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