di Romina Spina
Pubblicato in Svizzera il 20 dicembre 2012
Traduzione di Claudia Marruccelli
Il reato di omofobia in Italia non è perseguibile. Le coppie dello stesso sesso non sono riconosciute legalmente, e gli omosessuali sono ancora fortemente discriminati da larga parte della società. L’arretratezza italiana non è solo politica, ma anche culturale.
Il reato di omofobia in Italia non è perseguibile. Le coppie dello stesso sesso non sono riconosciute legalmente, e gli omosessuali sono ancora fortemente discriminati da larga parte della società. L’arretratezza italiana non è solo politica, ma anche culturale.
“In Italia gli omosessuali vengono trattati per lo più come personaggi da barzelletta, è l’unico modo con cui sono considerati e accettati” dice Mario, serio in volto, mentre finisce di fumare l’ultima sigaretta prima dell’inizio del suo turno. Il 58enne siciliano, fa il pizzaiolo non lontano da Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati italiana a Roma. La recente notizia del fallito tentativo di approvazione di una legge contro l’omofobia, non lo ha sorpreso, quindi si è rassegnato a vivere nel suo paese, da omosessuale senza tutela ne’ diritti, dice Mario.
L’omofobia non è un reato
Non è la prima volta che il disegno di legge contro l’omofobia incontra resistenza in Parlamento. Da oltre tre anni, alcuni parlamentari si stanno adoperando affinchè venga modificata la legge contro la discriminazione, l’odio e la violenza, per motivi razzisti, xenofobi o religiosi, estendendola come circostanza aggravante anche al reato di omofobia.
La Commissione di Giustizia della Camera dei Deputati nel frattempo ha respinto il progetto di legge. Gli attivisti omosessuali hanno dovuto incassare la sconfitta lo stesso giorno in cui in tre stati americani veniva approvato con un referendum il riconoscimento dei matrimoni gay. Contemporaneamente in Europa, anche il governo francese, ha fatto un primo passo verso l’introduzione del diritto al matrimonio e all’adozione per le coppie dello stesso sesso, mentre la Corte Costituzionale spagnola nel 2005 ha riconosciuto legalmente il matrimonio omosessuale.
Secondo Anna Paola Concia, promotrice del disegno di legge contro l’omofobia, per proteggere le persone dalla violenza omofobica in Italia oggi è più che mai necessaria una riforma. II media locali riportano periodicamente notizie di aggressioni di natura omofobica. Non ci sono statistiche ufficiali in merito, perché in Italia non esiste una normativa giuridica in merito a simili azioni. Dal 2006, tuttavia, l’organizzazione italiana Arcigay, tiene il conto di tutte le segnalazioni di attacchi omofobici in Italia, che secondo un recente rapporto sarebbero arrivati a quasi 60, solo nello scorso anno.
Come spiega Stefano Bolognini di Arcigay, i dati possono dare effettivamente poche indicazioni sulla portata del problema, perché non tutte le vittime si rivolgono alle autorità, quindi il numero dei crimini potrebbe essere più alto, però oggi gli omosessuali hanno almeno acquisito una nuova consapevolezza. Rispetto a qualche anno fa, sono più disposti a denunciare le aggressioni alla polizia. Secondo i dati della linea di consulenza telefonica Help Gay, sempre più persone hanno il coraggio di denunciare un’aggressione omofobica. Tuttavia, solo una decima parte di queste viene notificata alla polizia.
Opposizione da parte della Chiesa
Alla Gay Help Line, che è gestita dal 2006 nella sede di Arcigay a Roma da circa 70 volontari, arrivano ogni mese circa 2000 chiamate provenienti da tutta Italia. La discriminazione e l’omofobia sono un costante argomento di discussione nella comunità dei gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, dice il presidente dell’Arcigay di Roma Fabrizio Marrazzo. Le aggressioni sono sempre esistite un po’ dappertutto, tuttavia la differenza con il passato è che oggi gli omosessuali si ribellano agli attacchi verbali e per questo vengono aggrediti fisicamente, spiega in un’intervista.
Per i giovani attivisti ampliare la legge contro la discriminazione, estendendola alla violenza omofoba è una priorità. Inoltre l’importanza di segnalare alla società che oltre al razzismo anche l’omofobia è un reato, ha soprattutto un valore simbolico. Dopo il rifiuto da parte della Commissione giudiziaria, la parlamentare Concia ha annunciato che presenterà un nuovo disegno di legge in Parlamento, anche se, visto che saranno gli stessi politici che lo hanno respinto ad esprimersi sul progetto, non c’è da aspettarsi molto, ha detto scettico Marrazzo. Infatti in termini di diritti agli omosessuali l’Italia rispetto ai paesi dell’Unione europea è rimasta indietro, anche perché finora nessun governo ha preso a cuore questo spinoso argomento.
Lo stato italiano non riconosce legalmente le coppie dello stesso sesso, infatti non è previsto che possano essere iscritte all’anagrafe come ad esempio in Svizzera o in Germania. Di matrimoni omosessuali non se ne parla proprio. I pochi tentativi che sono stati fatti a livello parlamentare, di concedere diritti legali anche alle coppie dello stesso sesso sono falliti, a causa non da ultimo, della forte opposizione da parte della Chiesa cattolica, che ha una grande influenza sulla politica. In questo contesto, il Vaticano ha costantemente invitato i politici cattolici a votare contro le proposte di legge, che in qualche modo tutelavano o prevedevano diritti per gli omosessualii.
Sull’ingresso della pizzeria, Mario racconta che sposerebbe volentieri il suo compagno Domenico, se fosse possibile. Il mancato riconoscimento legale delle coppie omosessuali, rende più difficile la vita in molti modi, dice. I rapporti con la sua famiglia sono saltuari, quindi il suo compagno è la persona che gli è più vicina. “Stiamo insieme da 13 anni e non siamo più giovanissimi. Nonostante ciò, non abbiamo alcuna tutela e nessun sussidio sociale perché non siamo considerati una famiglia”, si lamenta Mario.
In alcune regioni e città come Milano, Torino, Bologna, tuttavia, le amministrazioni locali hanno introdotto disposizioni per concedere alle coppie omosessuali gli stessi diritti o comunque simili a quelli concessi alle unioni eterosessuali. In tal modo anche le coppie omosessuali possono beneficiare di una copertura assicurativa sociale, prestare assistenza sanitaria reciproca o presentare richiesta per le case popolari. Le politiche regionali e locali, comunque, hanno solo validità territoriale. Anche se il riconoscimento delle coppie omosessuali è incoraggiante, questo non è sufficiente per determinare un cambiamento a livello nazionale, dice il presidente di Arcigay Marrazzo.
L’omofobia viene minimizzata
L’interesse per l’uguaglianza della comunità omosessuale in Italia è bassa non solo tra i parlamentari. Anche nel pubblico si parla ben poco della mancanza di tutela giuridica, che invocano i gay e organizzazioni per i diritti umani. Il tema della omo-, bi-e transessualità è un tabù per gran parte della società. L’omofobia non è considerato pericolosa, ma spesso banalizzata. Commenti pesanti e barzellette sugli omosessuali sono la regola, non l’eccezione, in particolare tra gli adolescenti e gli adulti di sesso maschile. Esempi eclatanti di questo includono la dichiarazione dell’allora Primo Ministro Berlusconi, secondo cui era meglio emozionarsi per le belle ragazze che essere gay, o del calciatore Cassano, che alle telecamere ha dichiarato di sperare che nella sua squadra non ci fossero omosessuali. Le dichiarazioni di questo tipo, sono motivo di indignazione solo in ambienti ristretti. I pregiudizi culturali sono profondamente radicati, tanto che molti nel sentire simili commenti si limitano ad un’alzata di spalle
Il ministro per gli Affari Sociali Fornero che ha finora trascurato il dossier uguaglianza ha espresso il suo disappunto per il recente rifiuto del disegno di legge, e ha annunciato una nuova strategia e una campagna nazionale contro l’omofobia. Secondo la Concia non sono necessari nuovi progetti, ma basta solo uno spiraglio nelle lunghe specifiche risoluzioni. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica Istat un quarto degli episodi di discriminazione sessuale nella scuola e un quinto sul posto di lavoro hanno avuto come motivazione il proprio orientamento sessuale. Circa il 30 per cento degli intervistati ha vissuto esperienze simili nella loro ricerca di lavoro.
Discriminazioni in materia di accesso alla casa, nei rapporti con i vicini, nell’accesso all’assistenza sanitaria e nei luoghi pubblici, nelle aziende di trasporto e nelle istituzioni pubbliche. Con le scuole Arcigay Roma ha iniziato un progetto di collaborazione nell’ambito della cooperazione UE contro l’omofobia. Non tutti gli istituti scolastici hanno aderito all’iniziativa, alcuni insegnanti si sono espressi apertamente contro l’omosessualità, dice Marrazzo. Alcune scuole si sarebbero anche ritirate dal progetto, come di recente una preside che dopo alcuni episodi di natura omofobica nella propria scuola non ha voluto rischiare ulteriori disordini.
Gli attivisti omosessuali hanno potuto festeggiare però anche qualche successo. Lo scorso marzo, ad esempio, la Corte di Cassazione ha concesso ad una coppia gay, che si era sposata nei Paesi Bassi, il diritto ”alla vita familiare” che garantisce la stessa tutela prevista per le coppie eterosessuali. Ci sono segnali che indicano il graduale cambiamento di mentalità. Alla fine di ottobre nella conservatrice Sicilia, è stato eletto come nuovo Presidente della Regione un omosessuale cattolico. Dopo Nichi Vendola, che dal 2005 ricopre la stessa carica in Puglia, Rosario Crocetta è il secondo omosessuale dichiarato che assume la guida di una regione italiana.
Speranza per il futuro?
All’elezione di Crocetta il politico e attivista omosessuale Ivan Scalfarotto ha commentato che gli italiani avrebbero meno problemi con gli omosessuali singoli che con le esigenze per i diritti e il riconosnella difesa degli interessi degli omosessuali, è poco influente a livello parlamentare, ha detto a questo proposito, Scalfarotto. Non è ancora chiaro se e come, il nuovo presidente si impegnerà in Sicilia. Crocetta aveva già deluso i suoi elettori con l’annuncio, nel caso di un successo elettorale, di un suo voto di castità, per giustificarsi della sua omosessualità, e questo ha irritato gli attivisti. Secondo Marrazzo dell’ Arcigay di Roma, l’elezione di un solo omosessuale ha poca importanza. Il problema in Italia sono le idee conservatrici dei politici in carica, sia della destra che della sinistra, che hanno rallentato qualsiasi progresso. Per la fase politica, che tra pochi mesi, vedrà l’elezione di un nuovo governo, spera che vengano elette persone “illuminate”. Il cambiamento può avvenire solo se la società è pronta.
L’omofobia non è un reato
Non è la prima volta che il disegno di legge contro l’omofobia incontra resistenza in Parlamento. Da oltre tre anni, alcuni parlamentari si stanno adoperando affinchè venga modificata la legge contro la discriminazione, l’odio e la violenza, per motivi razzisti, xenofobi o religiosi, estendendola come circostanza aggravante anche al reato di omofobia.
La Commissione di Giustizia della Camera dei Deputati nel frattempo ha respinto il progetto di legge. Gli attivisti omosessuali hanno dovuto incassare la sconfitta lo stesso giorno in cui in tre stati americani veniva approvato con un referendum il riconoscimento dei matrimoni gay. Contemporaneamente in Europa, anche il governo francese, ha fatto un primo passo verso l’introduzione del diritto al matrimonio e all’adozione per le coppie dello stesso sesso, mentre la Corte Costituzionale spagnola nel 2005 ha riconosciuto legalmente il matrimonio omosessuale.
Secondo Anna Paola Concia, promotrice del disegno di legge contro l’omofobia, per proteggere le persone dalla violenza omofobica in Italia oggi è più che mai necessaria una riforma. II media locali riportano periodicamente notizie di aggressioni di natura omofobica. Non ci sono statistiche ufficiali in merito, perché in Italia non esiste una normativa giuridica in merito a simili azioni. Dal 2006, tuttavia, l’organizzazione italiana Arcigay, tiene il conto di tutte le segnalazioni di attacchi omofobici in Italia, che secondo un recente rapporto sarebbero arrivati a quasi 60, solo nello scorso anno.
Come spiega Stefano Bolognini di Arcigay, i dati possono dare effettivamente poche indicazioni sulla portata del problema, perché non tutte le vittime si rivolgono alle autorità, quindi il numero dei crimini potrebbe essere più alto, però oggi gli omosessuali hanno almeno acquisito una nuova consapevolezza. Rispetto a qualche anno fa, sono più disposti a denunciare le aggressioni alla polizia. Secondo i dati della linea di consulenza telefonica Help Gay, sempre più persone hanno il coraggio di denunciare un’aggressione omofobica. Tuttavia, solo una decima parte di queste viene notificata alla polizia.
Opposizione da parte della Chiesa
Alla Gay Help Line, che è gestita dal 2006 nella sede di Arcigay a Roma da circa 70 volontari, arrivano ogni mese circa 2000 chiamate provenienti da tutta Italia. La discriminazione e l’omofobia sono un costante argomento di discussione nella comunità dei gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, dice il presidente dell’Arcigay di Roma Fabrizio Marrazzo. Le aggressioni sono sempre esistite un po’ dappertutto, tuttavia la differenza con il passato è che oggi gli omosessuali si ribellano agli attacchi verbali e per questo vengono aggrediti fisicamente, spiega in un’intervista.
Per i giovani attivisti ampliare la legge contro la discriminazione, estendendola alla violenza omofoba è una priorità. Inoltre l’importanza di segnalare alla società che oltre al razzismo anche l’omofobia è un reato, ha soprattutto un valore simbolico. Dopo il rifiuto da parte della Commissione giudiziaria, la parlamentare Concia ha annunciato che presenterà un nuovo disegno di legge in Parlamento, anche se, visto che saranno gli stessi politici che lo hanno respinto ad esprimersi sul progetto, non c’è da aspettarsi molto, ha detto scettico Marrazzo. Infatti in termini di diritti agli omosessuali l’Italia rispetto ai paesi dell’Unione europea è rimasta indietro, anche perché finora nessun governo ha preso a cuore questo spinoso argomento.
Lo stato italiano non riconosce legalmente le coppie dello stesso sesso, infatti non è previsto che possano essere iscritte all’anagrafe come ad esempio in Svizzera o in Germania. Di matrimoni omosessuali non se ne parla proprio. I pochi tentativi che sono stati fatti a livello parlamentare, di concedere diritti legali anche alle coppie dello stesso sesso sono falliti, a causa non da ultimo, della forte opposizione da parte della Chiesa cattolica, che ha una grande influenza sulla politica. In questo contesto, il Vaticano ha costantemente invitato i politici cattolici a votare contro le proposte di legge, che in qualche modo tutelavano o prevedevano diritti per gli omosessualii.
Sull’ingresso della pizzeria, Mario racconta che sposerebbe volentieri il suo compagno Domenico, se fosse possibile. Il mancato riconoscimento legale delle coppie omosessuali, rende più difficile la vita in molti modi, dice. I rapporti con la sua famiglia sono saltuari, quindi il suo compagno è la persona che gli è più vicina. “Stiamo insieme da 13 anni e non siamo più giovanissimi. Nonostante ciò, non abbiamo alcuna tutela e nessun sussidio sociale perché non siamo considerati una famiglia”, si lamenta Mario.
In alcune regioni e città come Milano, Torino, Bologna, tuttavia, le amministrazioni locali hanno introdotto disposizioni per concedere alle coppie omosessuali gli stessi diritti o comunque simili a quelli concessi alle unioni eterosessuali. In tal modo anche le coppie omosessuali possono beneficiare di una copertura assicurativa sociale, prestare assistenza sanitaria reciproca o presentare richiesta per le case popolari. Le politiche regionali e locali, comunque, hanno solo validità territoriale. Anche se il riconoscimento delle coppie omosessuali è incoraggiante, questo non è sufficiente per determinare un cambiamento a livello nazionale, dice il presidente di Arcigay Marrazzo.
L’omofobia viene minimizzata
L’interesse per l’uguaglianza della comunità omosessuale in Italia è bassa non solo tra i parlamentari. Anche nel pubblico si parla ben poco della mancanza di tutela giuridica, che invocano i gay e organizzazioni per i diritti umani. Il tema della omo-, bi-e transessualità è un tabù per gran parte della società. L’omofobia non è considerato pericolosa, ma spesso banalizzata. Commenti pesanti e barzellette sugli omosessuali sono la regola, non l’eccezione, in particolare tra gli adolescenti e gli adulti di sesso maschile. Esempi eclatanti di questo includono la dichiarazione dell’allora Primo Ministro Berlusconi, secondo cui era meglio emozionarsi per le belle ragazze che essere gay, o del calciatore Cassano, che alle telecamere ha dichiarato di sperare che nella sua squadra non ci fossero omosessuali. Le dichiarazioni di questo tipo, sono motivo di indignazione solo in ambienti ristretti. I pregiudizi culturali sono profondamente radicati, tanto che molti nel sentire simili commenti si limitano ad un’alzata di spalle
Il ministro per gli Affari Sociali Fornero che ha finora trascurato il dossier uguaglianza ha espresso il suo disappunto per il recente rifiuto del disegno di legge, e ha annunciato una nuova strategia e una campagna nazionale contro l’omofobia. Secondo la Concia non sono necessari nuovi progetti, ma basta solo uno spiraglio nelle lunghe specifiche risoluzioni. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica Istat un quarto degli episodi di discriminazione sessuale nella scuola e un quinto sul posto di lavoro hanno avuto come motivazione il proprio orientamento sessuale. Circa il 30 per cento degli intervistati ha vissuto esperienze simili nella loro ricerca di lavoro.
Discriminazioni in materia di accesso alla casa, nei rapporti con i vicini, nell’accesso all’assistenza sanitaria e nei luoghi pubblici, nelle aziende di trasporto e nelle istituzioni pubbliche. Con le scuole Arcigay Roma ha iniziato un progetto di collaborazione nell’ambito della cooperazione UE contro l’omofobia. Non tutti gli istituti scolastici hanno aderito all’iniziativa, alcuni insegnanti si sono espressi apertamente contro l’omosessualità, dice Marrazzo. Alcune scuole si sarebbero anche ritirate dal progetto, come di recente una preside che dopo alcuni episodi di natura omofobica nella propria scuola non ha voluto rischiare ulteriori disordini.
Gli attivisti omosessuali hanno potuto festeggiare però anche qualche successo. Lo scorso marzo, ad esempio, la Corte di Cassazione ha concesso ad una coppia gay, che si era sposata nei Paesi Bassi, il diritto ”alla vita familiare” che garantisce la stessa tutela prevista per le coppie eterosessuali. Ci sono segnali che indicano il graduale cambiamento di mentalità. Alla fine di ottobre nella conservatrice Sicilia, è stato eletto come nuovo Presidente della Regione un omosessuale cattolico. Dopo Nichi Vendola, che dal 2005 ricopre la stessa carica in Puglia, Rosario Crocetta è il secondo omosessuale dichiarato che assume la guida di una regione italiana.
Speranza per il futuro?
All’elezione di Crocetta il politico e attivista omosessuale Ivan Scalfarotto ha commentato che gli italiani avrebbero meno problemi con gli omosessuali singoli che con le esigenze per i diritti e il riconosnella difesa degli interessi degli omosessuali, è poco influente a livello parlamentare, ha detto a questo proposito, Scalfarotto. Non è ancora chiaro se e come, il nuovo presidente si impegnerà in Sicilia. Crocetta aveva già deluso i suoi elettori con l’annuncio, nel caso di un successo elettorale, di un suo voto di castità, per giustificarsi della sua omosessualità, e questo ha irritato gli attivisti. Secondo Marrazzo dell’ Arcigay di Roma, l’elezione di un solo omosessuale ha poca importanza. Il problema in Italia sono le idee conservatrici dei politici in carica, sia della destra che della sinistra, che hanno rallentato qualsiasi progresso. Per la fase politica, che tra pochi mesi, vedrà l’elezione di un nuovo governo, spera che vengano elette persone “illuminate”. Il cambiamento può avvenire solo se la società è pronta.